New York (New York, Usa), 16 ago. (LaPresse/AP) – Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite discuterà oggi l’eventualità di istituire un nuovo ufficio civile in Siria per tentare di risolvere il conflitto civile, in vista della partenza degli osservatori prevista per questa domenica. L’organo decisionale dell’Onu aveva fissato due condizioni affinché la missione degli osservatori potesse essere estesa dopo il 19 agosto, ovvero l’interruzione dell’uso di armi pesanti da parte del regime e la riduzione delle violenze. Siccome i requisiti non sono stati osservati né dal governo di Damasco, né dai combattenti dell’opposizione, il segretario generale Ban Ki-moon ha dichiarato la settimana scorsa che la Siria “rischia di precipitare in una guerra civile su vasta scala”.

Con l’eventualità sempre più probabile della partenza del team Onu, Ban ha definito “imperativa” una presenza delle Nazioni unite in Siria, non solo per le operazioni umanitarie, ma anche per sostenere gli sforzi diplomatici “per mediare e facilitare una soluzione pacifica alla crisi”. Per questo, ha spiegato il segretario generale parlando da Timor Est, dove è in visita, “intendo lavorare nel futuro immediato per stabilire una presenza efficace e flessibile dell’Onu in Siria, che supporterà i nostri sforzi con tutte le parti per mettere fine alle ostilità”.

Gerard Araud, ambasciatore francese all’Onu e attuale presidente del Consiglio di sicurezza, ha reso noto che i membri dell’organo decisionale discuteranno oggi della missione degli osservatori e della proposta di Ban in un incontro a porte chiuse. Durante il meeting, ha spiegato il diplomatico, ci sarà un briefing del sottosegretario generale per le operazioni di peacekeeping, Edmond Mulet. “Credo ci sia consenso tra i membri del Consiglio di sicurezza sulla necessità di avere una presenza dell’Onu a Damasco dopo il 20 agosto”, ha detto Araud ai giornalisti. “Vedremo se sarà possibile raggiungere consenso anche sulla proposta del segretario generale”, ha concluso. “È una missione piuttosto impossibile – ha proseguito – quindi capisco l’esitazione a riguardo, ma dobbiamo avere qualcuno disponibile in caso ci siano prospettive di avviare un processo politico. L’Onu non può semplicemente disinteressarsi”.

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