Londra (Regno Unito), 2 ago. (LaPresse/AP) – “Non penso che la condanna debba essere molto severa. Spero che il tribunale prenda una decisione giusta e fondata”. Così il presidente russo Vladimir Putin a proposito del caso della band punk Pussy Riot, le cui tre componenti sono in carcere per un’esibizione di protesta contro di lui nella principale cattedrale di Mosca. È stata la prima dichiarazione di Putin a proposito del processo contro le tre giovani donne, iniziato lunedì.
Le musiciste, che hanno fra i 23 e i 29 anni, hanno già passato più di cinque mesi in carcere, ma tutte si sono dichiarate innocenti. Se condannate, rischiano fino a sette anni di detenzione. Sono accusate di teppismo guidato da “odio religioso”. Putin ha criticato l’iniziativa delle ragazze, definendo la loro esibizione come “nulla di positivo”, ma ha aggiunto che le tre hanno già imparato la lezione e non dovrebbero essere punite troppo severamente. “Se fossero andate a profanare un luogo sacro dell’islam – ha notato il presidente – non avremmo neanche avuto il tempo per metterle in custodia”.
Putin ha negato di aver discusso del caso durante i colloqui tenuti oggi a Londra con il premier britannico David Cameron. Proprio oggi alcuni fra i musicisti britannici più in vista hanno diffuso una lettera per chiedere alle autorità russe di rilasciare le tre ragazze. Tra i firmatari del documento, pubblicato sul Times of London, spiccano i nomi di Pete Townshend degli Who, dell’ex frontman dei Pulp, Jarvis Cocker, e di Neil Tennant dei Pet Shop Boys.
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