Il Cairo (Egitto), 13 lug. (LaPresse) – Dopo anni di rapporti stagnanti e di routine, Egitto e Tunisia apriranno un nuovo capitolo. È la promessa dei presidenti dei due Paesi nordafricani, l’egiziano Mohammed Morsi e il tunisino Moncef Marzouki, che si sono incontrati oggi al Cairo. Parlando con i giornalisti, il leader del partito islamico Ennahda ha sottolineato che i due Paesi rafforzeranno le relazioni dopo le rivolte della primavera araba.

Sotto l’ex presidente tunisino Zine El Abidine Ben Ali, Marzouki era stato esiliato per l’attivismo politico, mentre il movimento dei Fratelli musulmani, rappresentato da Morsi, era considerato fuori legge dal regime di Hosni Mubarak. La rivoluzione tunisina dell’anno scorso ha portato alla caduta di Ben Ali e ha ispirato movimenti di protesta nel vicino Egitto. Il successo delle rivolte ha poi dato vita alla primavera araba in Libia, Yemen, Siria, Bahrain e altri Paesi dell’area.

“Non dirò che dobbiamo iniziare da zero, ma di sicuro ci allontaneremo da relazioni che per anni e anni sono rimaste stagnanti e di routine, senza amicizia o calore”, ha ribadito il presidente Marzouki. “Una nuova era di relazioni è iniziata tra le nostre due nazioni”, gli ha fatto eco l’omologo egiziano.

Durante la conferenza stampa congiunta, i due presidenti hanno parlato anche della crisi siriana, ribadendo il proprio sostegno al popolo siriano nella rivolta contro il regime di Bashar Assad. Tuttavia entrambi si sono detti contrari a un intervento militare esterno. I due leader hanno sottolineato di non volere l’uso della forza come mezzo per mettere fine allo spargimento di sangue in Siria, che secondo gli attivisti ha provocato oltre 17mila morti.

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