Pechino (Cina), 5 giu. (LaPresse/AP) – Stop alle pubblicazioni di rapporti sulla qualità dell’aria Pechino da parte di Paesi stranieri. È quanto ha chiesto questa mattina il governo cinese, attraverso Wu Xiaoqing, vice ministro dell’Ambiente, il quale ha spiegato in conferenza stampa che solo l’autorità centrale è autorizzata a monitorare e pubblicare informazioni sulla qualità dell’aria. Dati provenienti da altre fonti, ha aggiunto, possono non essere standardizzati o rigorosi.

Obiettivo principale della richiesta sembra essere il servizio Beijing Air, fornito dall’ambasciata statunitense, i cui dati vengono pubblicati su un profilo Twitter che conta più di 19mila follower. L’ambasciata Usa non ha ancora commentato le affermazioni del governo di Pechino, ma il profilo Twitter sta continuando a lavorare normalmente. Le letture che riporta sono basate su una singola stazione di monitoraggio all’interno del terreno dell’ambasciata, e i livelli di inquinamento sono valutati secondo gli standard della U.S. Environmental Protection Agency, più rigidi rispetto allo standard cinese.

Ed è proprio sugli standard di riferimento che si gioca la guerra dell’inquinamento e all’inquinamento. Non è giusto, ha continuato Wu, giudicare l’aria cinese con standard americani, poiché la Cina è un Paese in sviluppo. Gli standard che Pechino utilizza, ha continuato, “tengono conto del livello del nostro attuale stadio di sviluppo”. Il monitoraggio dell’aria da parte di diplomatici stranieri, ha quindi aggiunto il vice ministro, non è in linea con la Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche. “Ovviamente – ha poi voluto chiarire in un secondo momento il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Liu Weimin – se le ambasciate straniere vogliono raccogliere informazioni sulla qualità dell’aria per i propri diplomatici o il proprio staff, penso che siano affari loro, ma riteniamo che questo tipo di informazioni non debbano essere diffuse alla popolazione”.

Secondo gli standard cinesi, i livelli di Pm2,5 devono rimanere sotto i 75 microgrammi al metro cubo, mentre per l’agenzia Usa il livello limite è di 35 migrogrammi. Per esempio, l’ambasciata Usa a Pechino oggi riporta un livello di 46 microgrammi di polveri sottili, definendo il dato “insalubre per gruppi sensibili”. Le letture dell’agenzia cinese per la protezione dell’ambiente, effettuate da 27 stazioni di monitoraggio, riportano invece concentrazioni tra 51 e 79 microgrammi, categorizzate come “buone”.

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