Mahachai (Thailandia), 30 mag. (LaPresse/AP) – Nel suo primo giorno di visita in Thailandia, Aung San Suu Kyi ha incontrato migranti birmani che vivono nella città di Mahachai, nei pressi di Bangkok. “Non vi sentite giù o deboli, la storia cambia sempre”, ha rassicurato gli immigrati, molti dei quali mostravano striscioni con la scritta ‘Vogliamo tornare a casa’. Suu Kyi, che ieri ha lasciato ieri la Birmania per il primo viaggio all’estero dal 1988, ha spiegato che l’obiettivo della visita è capire in che modo possa aiutare i migranti, che spesso vivono in condizioni di estrema povertà, privati dei diritti fondamentali.
“Oggi – ha affermato – vi prometto una cosa: cercherò di fare il possibile per voi”. Migliaia di persone si sono radunate per ascoltare il premio Nobel per la Pace, scandendo “Lunga vita alla madre Suu!”. Dopo aver parlato alla folla dal balcone di un edificio a quattro piani, la leader dell’opposizione birmana ha incontrato lavoratori immigrati che le hanno riferito di essere soggetti a maltrattamenti da parte dei loro datori di lavoro. Gli uomini hanno spiegato di non conoscere i propri diritti e di non avere gli strumenti legali per risolvere i contenziosi.
In Thailandia vivono circa 2,5 milioni di birmani fuggiti dal loro Paese. La maggior parte sono domestici o operai. Secondo Andy Hall, dell’Institute for Population and Social Research dell’Università di Mahidol, gli immigrati birmani costituiscono tra il 5 e il 10% della forza lavoro in Thailandia e contribuiscono con circa il 7% al Pil del Paese. Molti però non hanno i documenti. “Prima l’avevo vista solo in tv e sui giornali”, ha detto in seguito all’incontro Saw Hla Tun, che lasciò lo Stato birmano di Karen sette anni fa e oggi guadagna un misero stipendio trasportando sulle spalle pesanti sacchi di sale. “Non riuscivo a trattenere le lacrime quando l’ho vista”, ha aggiunto.
La leader dell’opposizione birmana rimarrà alcuni giorni in Thailandia, dove venerdì interverrà al Forum economico mondiale sull’Asia dell’Est. Quindi, dopo un breve ritorno in patria, a metà giugno partirà alla volta dell’Europa dove farà tappa a Ginevra e Oslo. Nella capitale norvegese riceverà finalmente il premio Nobel per la Pace vinto 21 anni fa. Sarà poi a Dublino, dove si affiancherà al leader degli U2, Bono Vox, in occasione di un concerto in suo onore. In Inghilterra, quindi, avrà l’onore di tenere un discorso a entrambe le Camere del Parlamento. Forse farà tappa anche a Parigi.

