New York (New York, Usa), 21 apr. (LaPresse/AP) – Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite ha approvato all’unanimità la risoluzione che autorizza l’invio di 300 osservatori in Siria per monitorare il rispetto del cessate il fuoco e ha chiesto di interrompere immediatamente le violenze nel Paese. La risoluzione dà al segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, l’autorità di decidere quando inviare i nuovi osservatori sul posto in base agli sviluppi sul campo, tra cui “il consolidamento del cessate il fuoco”.

MISSIONE PER 90 GIORNI, REPORT OGNI 15. In base al documento gli osservatori disarmati saranno dispiegati per un periodo iniziale di 90 giorni. A differenza della maggior parte delle risoluzioni, che chiedono agli osservatori di presentare report al Consiglio di sicurezza ogni 30 giorni, la risoluzione adottata oggi invita a consegnare un rapporto ogni 15 giorni. La Unsmis (United Nations Supervision Mission in Syria), questo il nome della missione degli osservatori, sarà composta sia da membri militari disarmati che da civili. La Russia voleva una componente limitata di membri civili, mentre gli europei chiedevano di specificare le competenze loro richieste, tra cui politiche, su diritti umani, affari civili e sicurezza pubblica. Compromesso anche sull’uso di elicotteri: il testo finale sottolinea “la necessità che il governo siriano e le Nazioni unite si accordino velocemente su adeguate attività di trasporto per l’Unsmis”.

Il documento approvato oggi costituisce una fusione dei due testi rivali presentati da Russia e Paesi europei ed elimina la minaccia europea di introdurre sanzioni non militari in caso di mancato ritiro di truppe e armi pesanti dalle città da parte del regime di Damasco. Giovedì Ban Ki-moon ha accusato il presidente siriano Bashar Assad di non aver rispettato il cessate il fuoco, esprimendo costernazione davanti all’aumento delle violenze.

GLI OSSERVATORI. Attualmente si trovano sul campo sette osservatori Onu e altri due dovrebbero arrivare lunedì, ha spiegato ad Associated Press a Ginevra il portavoce di Annan, Ahmad Fawzi. Il gruppo dovrebbe arrivare a 30 membri la prossima settimana. I componenti di questo cosiddetto advance team provengono dalle missioni dell’Onu nell’area, in modo da garantire un dispiegamento più veloce. I sette osservatori che si trovano già in Siria provengono da Marocco, Brasile, Svizzera, Russia e Norvegia. L’accordo preliminare tra Siria e Stati Uniti sugli osservatori prevede che avranno libertà di movimento in qualunque parte del Paese a piedi o in macchina, che potranno fare foto e utilizzare equipaggiamenti tecnici per monitorare l’effettivo rispetto del cessate il fuoco previsto dal piano Annan. Il team avrà inoltre la libertà di installare temporaneamente posti d’osservazione nelle città per controllare gli eventuali convogli militari che si avvicinano ai centri abitati e indagare su qualsiasi potenziale violazione. Infine potranno avere accesso ai centri detentivi e medici coordinandosi con il Comitato internazionale della Croce rossa (Cicr) e con le autorità siriane.

L’ULTIMA CHANCE PER LA PACE. Soddisfazione dopo il voto unanime in Consiglio. L’ambasciatore della Russia presso le Nazioni unite, Vitaly Churkin, ha detto che la risoluzione è “di fondamentale importanza per spingere in avanti il processo di pace in Siria” e sostenere il piano di pace in sei punti di Kofi Annan. Per l’ambasciatore britannico invece, Mark Lyall Grant, l’aumento degli osservatori Onu in Siria da 30 a 300 insieme al piano di pace di Kofi Annan “rappresenta l’ultima opportunità per garantire una soluzione alla crisi in Siria”. Secondo Lyall Grant, “dispiegare personale non armato delle Nazioni unite in condizioni così pericolose è un’azione senza precedenti e piena di rischi” e “la missione fallirà se il regime continuerà a violare i suoi impegni e a ostacolare il lavoro degli osservatori”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata