Washington (Usa), 24 mar. (LaPresse/AP) – Robert Bales potrebbe aver compiuto la strage di civili afghani in due diversi momenti della notte dell’11 marzo, tornando alla base dove stazionava dopo un primo attacco e uscendo nuovamente in un secondo momento per uccidere ancora. È l’ipotesi che gli investigatori statunitensi stanno valutando, secondo quanto riferiscono due ufficiali americani rimasti anonimi. Questa possibilità sembra supportare l’ipotesi del governo Usa, contestata da alcuni afghani, secondo cui gli omicidi sarebbero stati compiuti da una persona sola. Ma sollevano anche dubbi su come Bales, accusato formalmente di 17 omicidi premeditati, possa aver compiuto la strage senza destare l’attenzione di altri soldati.
Molti dettagli sugli omicidi, compreso il possibile motivo del gesto, non sono ancora stati resi noti dalle autorità. Bales, 38 anni, è accusato di aver ucciso 17 persone, tra cui nove bambini e otto adulti, nei villaggi di Balandi e Alkozai, uno a nord, l’altro a sud della base. Il soldato, attualmente detenuto nel carcere militare di Fort Leavenworth, è anche accusato di sei tentati omicidi e sei aggressioni. Secondo i membri della delegazione afghana che stanno indagando sul caso, una guardia afghana di servizio dalla mezzanotte alle 2 del mattino dell’1 marzo avrebbe visto un soldato americano rientrare alla base attorno all’1.30. Un’altra guardia, entrata in servizio successivamente fino alle 4 del mattino, ha riferito invece di aver visto un militare uscire dalla base attorno alle 2.30. Non è stato accertato che si trattasse però della stessa persona. Secondo le accuse che sono state formulate nei suoi confronti, Bales rischia le pena di morte in caso di condanna.
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