Nairobi (Kenya), 20 mar. (LaPresse/AP) – Diversi incendi scoppiati sul Monte Kenya, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco, hanno già consumato centinaia di ettari di boschi e costretto grandi animali, tra cui gli elefanti, a fuggire. Secondo quanto riferisce un portavoce dell’agenzia per la fauna selvatica del Kenya, Paul Udoto, “gli elefanti hanno lasciato l’area dei roghi, ma sono ancora all’interno delle aree protette della montagna”. Finora i vigili del fuoco non hanno trovato alcun animale morto o ferito per gli incendi, probabilmente generati dalla disattenzione delle persone. Udoto ha aggiunto che i turisti presenti nei rifugi del Monte Kenya sono al sicuro. Le fiamme hanno circondato la montagna di fumo, mentre esperti locali stanno tentando di estinguere i roghi con l’aiuto di militari britannici.

“Ci sono incendi dappertutto”, ha spiegato Iain Douglas-Hamilton, fondatore del gruppo Save the elephants. “Questo – ha aggiunto – è dovuto alla siccità, ma scommetto che sono le persone a provocare i roghi, che non sono accidentali ma generati dagli umani”. Se le autorità non riusciranno a estinguere gli incendi, anche il personale delle agenzie per la conservazione della fauna selvatica sarà costretto a lasciare l’area, ha riferito Gitau, vice guardiano del parco nazionale del Monte Kenya. Quattro dei sei roghi scoppiati nella foresta sono stati spenti, ma c’è la possibilità che si accendano nuovamente a causa di siccità e vento. Nonostante l’esatta causa degli incendi non sia nota, anche Gitau sostiene che il 90% dei roghi sul Monte Kenya siano dovuti ad attività umane. “A volte sono accidentali e nascono da un mozzicone di sigaretta buttato per terra ancora acceso”, ha infatti spiegato. Con i suoi 5.199 metri, il Monte Kenya è la vetta più alta del Kenya e la seconda dell’Africa, dopo il Kilimangiaro. Patrimonio dell’umanità, l’Unesco descrive l’area come “uno dei panorami più emozionanti dell’Africa orientale, con sommità aspre e ghiacciai, brughiere afro-alpine e foreste varie”.

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