Kabul (Afghanistan), 23 feb. (LaPresse/AP) – Continuano le proteste e gli scontri in Afghanistan per il rogo di alcune copie di Corano nella base della Nato di Bagram. Dopo le sette vittime di ieri, oggi altri cinque civili e due soldati Nato sono morti nel corso di scontri e attacchi. Intanto il presidente statunitense Barack Obama ha inviato una lettera al presidente afghano Hamid Karzai per presentare le scuse degli Stati Uniti. Nel documento, citato nel comunicato dell’ufficio del presidente afghano, Obama ha espresso “profondo dispiacere per l’incidente segnalato” e ha offerto le sue “sincere scuse”. “L’errore – ha scritto il presidente Usa – non è stato intenzionale; vi assicuro che adotteremo le misure necessarie per evitare che la cosa si ripeta e troveremo i responsabili”.
Durante le manifestazioni di oggi una persona è morta e quattro sono rimaste ferite, tra cui due agenti, fuori da una stazione di polizia nella provincia settentrionale di Baghlan. Altri due dimostranti sono stati uccisi e sei sono rimasti feriti in uno scontro a fuoco nella provincia di Uruzgan, nel sud. Infine, due civili sono morti in scontri nel distretto di Khogyani nella provincia orientale di Nangahar, dove sono stati uccisi anche due soldati americani, contro cui ha aperto il fuoco un uomo in divisa dell’esercito afghano.
La polizia afghana ha però anche sparato in aria, usato idranti e manganelli, per disperdere centinaia di manifestanti che hanno provato a entrare nella base militare Usa di Mehter Lam, nella provincia orientale di Laghman. Almeno 2mila persone si sono radunate nella città, che conta 100mila abitanti, e alcune centinaia si sono avvicinate alla base Usa. Il vicecapo della polizia di Mehter Lam, Daoud Barakzai, ha fatto sapere che due persone sono rimaste ferite da armi da fuoco e che i dimostranti erano per lo più adolescenti. “In maniera molto professionale li abbiamo fermati, ponendo fine alla protesta”, ha detto Barakzia. “Tutti gli spari – ha precisato – erano diretti in aria”. I manifestanti avevano cercato di rimuovere il filo spinato sopra la recinzione della base, ma non sono riusciti a scavalcare il muro. All’interno del complesso ha sede anche un team provinciale di ricostruzione, un gruppo di militari e civili stranieri che lavorano per migliorare i servizi e le infrastrutture nella zona. Il team della provincia di Laghman è composto da soldati Usa, nonché da personale del dipartimento di Stato e dell’Usaid, agenzia di Washington per lo sviluppo internazionale.
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