Beirut (Libano), 22 feb. (LaPresse/AP) – Due giornalisti stranieri sono stati uccisi e altri due sono rimasti feriti nei bombardamenti delle forze governative a Homs, in Siria. Le vittime sono il fotoreporter francese Remi Ochlik, fondatore dell’agenzia fotografica IP3 Press, e la giornalista americana Marie Colvin, originaria di Oyster Bay nello Stato di New York. Nell’attacco sono morte circa 20 persone, ma gli attivisti hanno fatto sapere che il bilancio delle vittime di oggi nel Paese è arrivato a 74 morti. Secondo i Comitati di coordinamento locali, infatti, 45 persone sono rimaste uccise negli attacchi dell’esercito in almeno altri cinque luoghi del Paese, tra cui Hama e Idlib.
Un attivista che si trovava sul luogo dell’attacco ai giornalisti stranieri, Omar Shaker, ha riferito che i due reporter sono rimasti uccisi quando diversi razzi hanno colpito il giardino di una casa usata da giornalisti e attivisti nel quartiere sotto assedio di Baba Amr, dove i bombardamenti delle forze del regime di Bashar Assad sono cominciati lo scorso 4 febbaio. Un video postato su internet da alcuni attivisti mostra quelli che vengono indicati come i corpi dei due giornalisti. Nelle immagini si vedono i due corpi in una casa molto danneggiata. Una delle vittime che compare nel filmato indossa un giubbotto antiproiettili.
Dura la reazione del presidente francese Nicolas Sarkozy: “Ora questo è troppo, il regime deve andarsene”. E il ministro delle Comunicazioni francese, Frédéric Mitterrand, ha detto che i giornalisti sono stati “costantemente presi di mira” mentre cercavano riparo, definendo l’attacco di oggi abominevole. Secondo il ministro degli Esteri, Alain Juppé, la morte dei giornalisti in Siria mette in luce “il peggioramento della situazione” e “una repressione sempre più intollerabile” da parte delle forze siriane.
Secondo gli attivisti siriani, l’attacco contro i giornalisti stranieri non è stato casuale, mail gruppo di reporter sarebbe stato “deliberatamente preso di mira”. Lo ha detto l’attivista del gruppo siriano Avaaz, Alice Jay, spiegando di ritenere che la casa utilizzata dai giornalisti e dagli attivisti sia stata presa di mira dall’esercito.
Sul sito dell’agenzia IP3 Press si legge che Remi Ochlik ha vinto premi di fotogiornalismo e ha coperto eventi come le rivolte di Haiti del 2004 e quelle nel mondo arabo dell’anno scorso. L’americana Marie Colvin, invece, era una reporter di guerra e ha seguito diversi conflitti, dallo Sri Lanka alla Siria. Negli ultimi 20 anni ha lavorato come corrispondente per il Sunday Times.
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