Israele rilascerà palestinese, stop a sciopero fame dopo 66 giorni

Israele rilascerà palestinese, stop a sciopero fame dopo 66 giorni

Gerusalemme, 21 feb. (LaPresse/AP) – Dopo 66 giorni il palestinese Khader Adnan, detenuto in un carcere israeliano, ha deciso di mettere fine allo sciopero della fame che aveva intrapreso per contestare la il regime di “detenzione amministrativa” sotto cui era stato arrestato. La decisione è stata presa dopo il raggiungimento di un accordo con i procuratori militari israeliani. Il 33enne, portavoce del gruppo Jihad islamica, arrestato il 17 dicembre, sarà liberato il 17 aprile se, specifica il ministero della Giustizia, “nessun’altra prova sostanziale” emergerà nei suoi confronti.

Adnan aveva iniziato la protesta il 18 dicembre, un giorno dopo l’arresto avvenuto nella sua casa in Cisgiordania, per contestare il regime di “detenzione amministrativa” sotto cui è stato incarcerato, che permette alle autorità israeliane di arrestare sospetti militanti senza accuse formali per un tempo indeterminato. Adnan sostiene di essere stato picchiato e aver subito abusi in carcere. I legali avevano espresso preoccupazioni negli ultimi giorni per le sue peggiorate condizioni di salute, ritenendolo in pericolo di vita. I dottori che lo curano riferiscono che ha perso circa 30 chili dall’inizio della protesta. L’accordo di oggi è stato annunciato appena prima che la Corte suprema di Israele tenesse un’udienza di emergenza sull’appello presentato dal palestinese.

La moglie, Randa, ha reagito alla notizia con entusiasmo. “Questa ovviamente è una vittoria”, ha commentato al telefono. “Israele – ha continuato – non ha prove ed è per questo che noi abbiamo accettato questi quattro mesi. Ha dimostrato con la sua fermezza che possiamo vincere”. Benché non sia chiaro di cosa sia sospettato l’uomo, Israele ritiene che Adnan sia responsabile di atti che “minacciano la sicurezza regionale” e sottolinea l’importanza delle detenzioni amministrative come strumento per combattere le attività dei militanti. Sotto questo regime sono detenuti circa 300 palestinesi. In totale detenuti palestinesi in carceri israeliane sono circa 4.200.

La vicenda di Adnan ha sollevato le preoccupazioni internazionali, anche di Europa e Onu, e di gruppi per i diritti umani. In attesa della decisione, fuori dalla corte di Gerusalemme decine di manifestanti si sono radunati per gridare “Khader tornerà a casa!”. Il palestinese non è nuovo a questo tipo di proteste. La sorella Maali Musa spiega che Adnan ha intrapreso uno sciopero della fame di 14 giorni nel 1999 dopo essere stato arrestato dalle autorità palestinesi per aver tirato uova marce a funzionari durante una manifestazione. Rimase poi senza cibo per 28 giorni nel 2005, una volta arrestato da Israele. Quindi nel 2010, arrestato dall’Autorità palestinese, ha tenuto uno sciopero di 12 giorni. La protesta che si è chiusa oggi è il più lungo sciopero della fame mai intrapreso da un prigioniero palestinese.

Contro la decisione della Corte si è scagliato il ministro degli Esteri di Tel Aviv Avigdor Lieberman. “Liberare un attivista della Jihad – ha detto – è una decisione sbagliata. Ma è nostro dovere rispettare e onorare ogni decisione della Corte suprema, anche quando non siamo d’accordo con essa”. Secondo i legali di Adnan, l’accordo segna invece un precedente per altri casi di prigionieri. “Khader – ha detto uno dei suoi avvocati, Mahmoud Hassan – è un esempio per i palestinesi. Mostra che le loro richieste possono essere ascoltate”.

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