Damasco (Siria), 6 gen. (LaPresse/AP) – Una forte esplosione ha scosso questa mattina il quartiere Midan di Damasco. Le vittime confermate, spiega la televisione di Stato siriana, sono undici, ma il numero effettivo potrebbe essere di 25, visto il ritrovamento di numerosi resti attribuiti a persone, non ancora identificate. I feriti sono più di 60. A portare a termine l’attacco, sembra sia stato un attentatore suicida, che ha preso di mira un bus che trasportava poliziotti. Lo confermano fonti della polizia e del governo. “Si è fatto esplodere con l’intento di uccidere un gran numero di persone”, ha commentato il ministro dell’Interno Mohammed Shaar. L’opposizione però non ha esitato a mettere in dubbio l’ipotesi terroristica.
Al momento dello scoppio, nell’area si trovavano molte persone, anche per questo le vittime potrebbero essere per lo più civili. Le immagini televisive mostrano uomini arrabbiati rimuovere resti umani, e un bus danneggiato con i sedili sporchi di sangue e all’interno elmetti della polizia anti-sommossa. Nel video si vede anche un uomo gridare: “E’ un atto terroristico criminale”. Secondo quanto riporta un giornalista di Associated Press presente sulla scena, l’esplosione ha danneggiato anche un vicina stazione di polizia, mandando i vetri in frantumi. Sangue e parti di cadaveri hanno invaso la strada. Le forze di sicurezza hanno circondato l’area con i nastri gialli della polizia. “Ho sentito l’esplosione attorno alle 11.15 e sono corso qui. Ho trovato molti corpi per terra, tra cui quello di un uomo che stava trasportando due cassette di yogurt”, racconta Anis Hassan Tinawi, 55 anni, residente nel quartiere di Midan, che nei mesi scorsi è stato teatro di diversi venerdì di protesta contro il governo di Bashar Assad.
Quello di oggi è il secondo attentato che scuote la città di Damasco in meno di un mese. Il 23 dicembre, una duplice esplosione negli edifici della sicurezza nella capitale siriana ha causato la morte di 44 persone e il ferimento di altre 166. Se confermata la versione delle autorità, quello di oggi sarebbe però il primo attentato suicida condotto in Siria dall’inizio delle rivolte contro il governo. La televisione di Stato ha fatto riferimento anche a un possibile coinvolgimento di al-Qaeda. Dalla Turchia, intanto, il Libero esercito siriano nega ogni tipo di coinvolgimento nella strage. In un’intervista ad Al-Jazeera, il colonnello Riad al-Assad ha detto che il gruppo “non ha esperienza per portare a termine esplosioni di questo tipo”.
Il Consiglio nazionale siriano, gruppo ombrello di opposizione, attribuisce la responsabilità dell’attacco direttamente al regime. L’esplosione, commenta il portavoce Omar Idilbi, “è una continuazione della guerra sporca del regime, che sta provando a spostare l’attenzione dalle proteste di massa. Chiediamo una commissione internazionale indipendente per indagare su questi crimini che crediamo che il regime abbia pianificato e portato a termine”.
Sempre oggi, una ragazza è morta in seguito all’esplosione di un ordigno nel sobborgo di Tal, vicino alla capitale siriana. Gli esperti della sicurezza hanno smantellato un’altra bomba nella stessa area.
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