Washington (Usa), 12 ott. (LaPresse/AP) – “I dettagli dell’omicidio pianificato fanno rabbrividire. Questi uomini non si sarebbero creati problemi ad uccidere centinaia di altre persone innocenti oltre all’ambasciatore”. Così il direttore dell’Fbi Robert Mueller in riferimento al piano, sventato, per uccidere l’ambasciatore saudita a Washington, Adel al-Jubeir. Due uomini sono stati accusati ieri di aver pianificato l’assassinio: Manssor Arbabsiar, 56 anni, cittadino statunitense nato in Iran, è stato arrestato all’aeroporto John Fitzgerald Kennedy di New York il 29 settembre e al momento è detenuto senza possibilità di uscire su cauzione; Gholam Shakuri, secondo le autorità membro delle forze al-Quds, unità speciale delle Guardie rivoluzionarie iraniane, è ancora in libertà.

Come si legge sull’atto d’accusa, Arbabsiar avrebbe confessato che suo cugino Abdul Reza Shahlai era un membro di alto rango delle forza al-Quds e gli avrebbe detto di assumere qualche narcotrafficante per uccidere al-Jubeir. Le autorità descrivono Shakuri come vice di Shahlai e l’uomo incaricato di trovare fondi per finanziare il piano. Shalai era già stato identificato dal dipartimento del Tesoro nel 2008, durante il governo di George W. Bush, come vice comandante di al-Quds che progettò l’attacco del 20 gennaio 2007 a Karbala, in Iraq, in cui morirono cinque soldati americani e altri tre furono feriti. Arbabsiar, Shakuri, Shahlai e altri due (Qasem Soleimani, comandante al-Quds che avrebbe supervisionato il piano, e Hamed Abdollahi, altro importante membro dell’unità che avrebbe aiutato nell’organizzazione) sono stati sanzionati ieri dal dipartimento del Tesoro per il loro presunto coinvolgimento.

Il piano, nome in codice ‘Chevrolet’, era quello di uccidere al-Jubeir facendo esplodere una bomba nel suo ristorante preferito a Washington. Ma serviva la collaborazione di alcuni narcotrafficanti, che secondo l’autorità giustificherebbe i molti viaggi di Arbabsiar in Messico negli ultimi sei mesi. L’uomo avrebbe offerto un milione e mezzo di dollari come ricompensa, ma uno dei messicani ingaggiati era un informatore del governo Usa e ha rivelato il tentato attacco prima che qualsiasi esplosivo venisse piazzato o alcune azione pericolosa intrapresa.

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