Dukovany (Repubblica Ceca), 8 ott. (LaPresse/AP) – “Stiamo considerando l’ipotesi di aumentare la produzione di elettricità nelle centrali nucleari dal 30% al 60% entro il 2050”. Lo ha detto ad Associated Press il viceministro dell’Industria e del Commercio della Repubblica Ceca, Tomas Huner. “Non c’è dubbio che l’energia nucleare sia insostituibile per noi a lungo termine” ha aggiunto Huner, il cui ministero dovrà presentare entro la fine del 2011 al governo il nuovo piano dell’energia per i prossimi 50 anni.

In Repubblica Ceca ci sono due centrali nucleari: quella di Dukovany, che si trova vicino al confine con l’Austria e ha quattro reattori e quella di Temelin, con due reattori. Da questi impianti il Paese produce il 33% dell’elettricità totale. Tre aziende internazionali sarebbero già pronte a investire in un progetto da diversi miliardi per la costruzione di due altri reattori nello stabilimento di Temelin: si tratta di Westinghouse Electric, sussidiaria di Toshiba, del gigante francese dell’energia nucleare Areva e di un consorzio guidato dalla russa Atomstroyexport.

I nuovi reattori dovrebbero essere attivi a metà del prossimo decennio e sono oggetto di forti critiche da parte dell’Austria, preoccupata per la sicurezza vista la vicinanza con il confine. Il ministro degli Esteri austriaco, Michael Spindelegger, ha promesso che userà ogni mezzo legale e politico per fermare il progetto. “Non è possibile che qualcuno potenzi l’energia nucleare dopo Chernobyl e soprattutto dopo Fukushima”, ha detto ad Aptn il ministro dell’Ambiente austriaco Nikolaus Berlakovich. “Riteniamo che quanto è accaduto a Fukushima non mette in discussione gli argomenti a favore dell’energia nucleare che sono forti, economicamente razionali e convincenti”, aveva detto un mese fa all’Onu il presidente ceco Vaclav Klaus.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata