Tripoli (Libia), 3 set. (LaPresse/AP) – C’è stata una stretta cooperazione fra il regime di Muammar Gheddafi e l’intelligence americana e britannica. E’ quanto emerge da documenti trovati in una delle sedi dell’agenzia di sicurezza libica da Peter Bouckaert, di Human Rights Watch, e di cui Associated Press ha preso visione. Notizie di tale collaborazione erano già emerse precedentemente, ma i documenti forniscono nuovi dettagli, come per esempio che i funzionari americani talvolta erano presenti durante gli interrogatori in Libia, cosa che gli Stati Uniti negano. Abdel-Hakim Belhaj, comandante delle forze anti-Gheddafi che ora controllano Tripoli, è l’ex leader di un gruppo islamico (Lifg); afferma di essere stato torturato dalla Cia in una prigione segreta e poi mandato da lì in Libia.
Due documenti ritrovati nell’edificio dell’intelligence libica a Tripoli e risalenti al 2004 mostrano una corrispondenza fra le autorità libiche e quelle degli Stati Uniti per organizzare il trasferimento di Belhaj. Citando quest’ultimo con il suo pseudonimo Abdullah al-Sadiq, nei documenti gli americani comunicano che verrà traferito da Kuala Lumpur, in Malesia, alla Libia e chiedono al governo libico di accompagnarlo. Inoltre gli americani chiedono ai libici di poter aver “accesso ad al-Sadiq a scopo di interrogatorio una volta che sarà in vostra custodia”. Nel documento si legge: “vi raccomandiamo che noi dobbiamo avere certezza che al-Sadiq sia trattato in modo umano che siano rispettati i loro diritti umani”. Il ritrovamento di questi documenti potrebbe provocare tensioni fra Washington e il nuovo governo libico.
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