Dal nostro inviato a Parigi, Fabio De Ponte

Parigi (Francia), 1 set. (LaPresse) – La Libia del futuro ripartirà dallo scongelamento dei fondi del regime di Gheddafi. E’ stata questa la principale indicazione emersa dal vertice internazionale che si è tenuto oggi a Parigi alla presenza di 57 delegazioni internazionali, al termine del quale Nicolas Sarkozy ha annunciato lo scongelamento di 15 miliardi di dollari per il Paese. “Ci impegnamo a restituire ai libici il denaro di ieri per la costruzione del domani”, ha detto il presidente francese. “Non possiamo permetterci uno Stato paria fallito ai confini dell’Europa. Perderemo tutti se la primavera araba si trasformerà in un cinico inverno di repressione”, gli ha fatto eco il premier britannico David Cameron.

Anche il presidente del Consiglio nazionale di transizione, Mustafa Abdel Jalil, ha concentrato i suoi interventi sul tema dei fondi, facendo forti pressioni sui partecipanti perché ne accelerino lo scongelamento. E’ quanto riferiscono a LaPresse fonti diplomatiche internazionali, aggiungendo che, invece, per parte sua, l’Ue ha annunciato nel corso della riunione la rimozione delle restrizioni su sei porti libici. La cancellazione del blocco alla navigazione sui porti, hanno sottolineato, riguarda però solo l’Ue, dal momento che si attende ancora una decisione a valenza più generale delle Nazioni unite.

Tutti parlano di futuro, ovviamente senza Gheddafi, ma è lo stesso premier britannico a sottolineare come sul terreno ci sia ancora molto lavoro da fare. “La lotta in Libia – ha detto – non è ancora finita, le operazioni della Nato continueranno fino a quando sarà necessaria la protezione dei civili”. Anche per questo, secondo il premier britannico, la campagna militare della Nato in Libia potrebbe continuare anche dopo la cacciata del raìs.

Il segretario delle Nazioni unite Ban Ki-moon ha invece sottolineato la necessità al più presto possibile di una missione civile. “Tutti – ha continuato Ban Ki-moon – sono d’accordo che, in questo momento critico, la comunità internazionale deve andare avanti con un programma d’azione efficace e ben coordinato. E che debba essere l’Onu a guidare gli sforzi”.

Sulle attuali sorti di Gheddafi pochi accenni. Cameron e Sarkozy hanno prefeirto parlare del suo futuro davanti alla giustizia. Il raìs, secondo i due leader europei, potrebbe essere processato in Libia e non è necessario che venga trasferito a una Corte internazionale. “Spetta ai libici decidere come giudicarlo una volta che lo avranno trovato”, ha spiegato Sarkozy, a cui ha fatto eco Cameron seduto al suo fianco nel corso del vertice. La decisione scatenerà probabilmente la rabbia degli attivisti per i diritti umani, che hanno spinto gli insorti a consegnare Gheddafi alla Corte penale internazionale dell’Aia e a non infliggere la loro giustizia al colonnello. Molti libici vogliono che il raìs e i suoi familiari vengano processati nel Paese.

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