Tripoli (Libia), 21 ago. (LaPresse/AP) – La battaglia per Tripoli si sta combattendo a colpi di mortaio e artiglieria. I ribelli continuano la loro avanzata da ovest e stasera sono entrati a Janzour, nella periferia ovest della capitale. L’avanzata ha avuto una svolta dopo che i ribelli hanno preso il controllo della base militare della brigata Khamis, la base principale per la difesa della capitale. All’arrivo a Janzour gli insorti sono stati accolti con gioia dai residenti, che sono scesi per le strade per salutarli e hanno sventolato bandiere dei ribelli. Dentro Tripoli ioggi è stata una seconda giornata di scontri fra le forze leali al colonnello Gheddafi e i ribelli, che finora si trovavano in città ma non erano venuti allo scoperto.
La base della brigata Khamis. Nel pomeriggio i ribelli libici hanno preso il controllo di una delle principali basi militari delle forze di Muammar Gheddafi vicino Tripoli. Si tratta della base della brigata Khamis, comandata dal figlio più giovane del colonnello, che si trova circa 25 chilometri a ovest di Tripoli. Si tratta della 32esima brigata, una delle unità meglio addestrate ed equipaggiate dell’esercito libico, comandata dal figlio del raìs Khamis Gheddafi. Dopo aver preso il controllo della base della brigata Khamis, gli insorti hanno sequestrato diverse armi dai depositi della struttura e li hanno portati via a bordo di furgoni. Poi hanno liberato liberato fra 300 e 400 persone che erano tenute prigioniere nella struttura.
L’Operazione Sirena. La stretta su Tripoli è iniziata ieri sera. “Abbiamo pianificato quest’operazione con la Nato, con i nostri alleati arabi e con i ribelli a Tripoli comandati da Bengasi”, ha spiegato il leader del Consiglio nazionale di transizione (Cnt), Mustafa Abdel-Jalil, intervistato da Al-Jazeera. Jalil ha aggiunto che il Cnt aveva scelto di far iniziare le operazioni nel 20esimo giorno del Ramadan, cioè oggi. La data ricorda l’antica battaglia di Badr, quando i musulmani conquistarono la città santa di La Mecca nel 624 d.C.
La dinamica delle operazioni a Tripoli non è chiara, ma gli scontri più duri si sono svolti nei quartieri di Fashloum, Tajoura e Souq al-Jomaa. Si è combattuto anche nei pressi dell’aeroporto internazionale della capitale. Nella notte, riferiscono fonti di Bengasi, l’opposizione libica ha iniziato a circondare le forze del raìs in ogni quartiere. Secondo quanto ha riferito Mohammed al-Harizi, rappresentante per Tripoli del Consiglio dei ribelli, ci sarerebbero diverse vittime tra i combattenti, “probabilmente più di cento”.
Reazione del regime. Il colonnello Muammar Gheddafi ha risposto alla sollevazione a Tripoli con un messaggio audio mandato in onda nella notte dalla televisione di Stato. Nel suo discorso il colonnello ha definito i ribelli traditori e “parassiti” che stanno dilaniando la Libia ma che saranno inseguiti di città in città. “I libici – ha continuato Gheddafi – vogliono godersi un Ramadan pacifico. Invece sono stati trasformati in rifugiati. Cosa siamo? Palestinesi?”. Per provare che stava parlando in diretta il colonnello ha citato giorno e ora due volte. Anche il figlio del raìs, Saif al-Islam ha confermato la volontà del regime di conitinuare a lottare. “Non ci arrendiamo, alzare bandiera bianca è impossibile”, ha detto rivolgendosi ieri ai sostenitori. “L’opzione di arrendersi o alzare bandiera bianca – ha continuato – è respinta perché non si tratta di una decisione di Muammar Gheddafi o di Saif al-Islam, ma di una decisione del popolo libico”.
Parole di tranquillità sono arrivate dal portavoce del governo di Tripoli Moussa Ibrahim. “Militanti armati – ha detto – sono scappati in quartieri della capitale e ci sono stati tafferugli, ma abbiamo risolto tutto in mezz’ora e ora è di nuovo tutto calmo”. La tv di Stato ha mostrato in serata riprese aeree di Tripoli in cui regna la calma e qualche immagine della piazza Verde, centro delle manifestazioni pro Gheddafi in questi mesi.
I disertori del regime. Dall’estero, dove è fuggito venerdì, intanto si fa sentire l’ex numero due del regime, Abdel-Salam Jalloud. “Vi dovete sollevare tutti insieme, subito”, ha detto ai microfoni di Al-Jazeera, continuando: “Il momento decisivo sta arrivando. State proteggendo un regime clinicamente morto”. Il ministro degli Esteri Ignazio La Russa ha detto ai microfoni di SkyTg24 che Jalloud è “probabilmente” in Italia. Il ministro ha notato che quello attuale è un “momento estremamente favorevole per gli insorti” e che “siamo in una fase importante, forse decisiva”. La Russa ha tuttavia invitato alla cautela: “E’ stato detto fin dall’inizio – ha spiegato – che la situazione sarà conclusa quando sarà sicura la popolazione civile e la permanenza di Gheddafi nel paese non è compatibile con questa condizione. E a quanto ci risulta – ha precisato – Gheddafi si trova ancora in Libia”.
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