New York (New York, Usa), 3 ago. (LaPresse/AP) – Dopo oltre tre mesi di stallo e silenzio sull’escalation di violenza, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite ha condannato ufficialmente gli attacchi della Siria sui civili e le violazioni dei diritti umani da parte del regime di Damasco, emettendo una dichiarazione presidenziale. A spingere il Consiglio a iniziare le negoziazioni su un documento congiunto è stato l’intenso attacco militare lanciato nel weekend dal governo di Damasco che ha inviato soldati e carri armati nella città di Hama, uccidendo decine di civili. Una dichiarazione presidenziale ha bisogno dell’approvazione di tutti i 15 membri del Consiglio. Il Libano, vicino e stretto alleato della Siria, non ha bloccato l’adozione del provvedimento, ma ha invocato una procedura utilizzata per l’ultima volta 35 anni fa, e si è dissociato dal testo.
La dichiarazione presidenziale, più debole di una risoluzione, ma comunque agli atti nel verbale del Consiglio, esprime “grave preoccupazione per la situazione in Siria che va peggiorando” e “profondo rammarico per la morte di diverse centinaia di persone”, oltre che per “la mancanza di progressi” da parte delle autorità siriane per portare avanti riforme. Il documento, inoltre, chiede al governo di Damasco di mantenere le sue promesse.
I diplomatici riferiscono che una delle questioni chiave è stata il modo in cui trattare le violenze contro civili disarmati e gli attacchi alle forze di sicurezza. Secondo Europa e Stati Uniti non ci sarebbe dovuta essere una equiparazione perché i civili non possono essere condannati per essersi difesi. La dichiarazione “condanna le ampie violazioni dei diritti umani e l’uso della forza” e chiede alle autorità di Damasco “di alleviare la situazione umanitaria nelle aree di crisi cessando l’uso della forza contro le città colpite, per permettere un accesso rapido e senza ostacoli alle agenzie umanitarie internazionali” e “di cooperare pienamente con l’Ufficio dell’Alto commissariato per i diritti umani”.
Intanto ieri l’assedio ad Hama non si è fermato. I carri armati siriani hanno preso il controllo della piazza principale della città, mentre le linee telefoniche ed elettriche sono state tagliate. Inoltre, nella città costiera di Latakia, una bambina di 9 anni è morta dopo essere stata colpita ieri dal proiettile di un cecchino. Lo ha reso noto l’Osservatorio siriano per i diritti umani, spiegando che la piccola è stata ferita dopo essere scesa da un bus con sua mamma nel momento in cui le forze di sicurezza stavano sparando sui manifestanti.