Roma, 15 giu. (LaPresse) – Al nostro sistema delle piccole e medie imprese la burocrazia costa quasi 31 miliardi di euro all’anno. Per ciascuna di queste aziende si stima che il peso economico medio sia di circa 7mila euro. I costi sono stati calcolati su base annua e sono aggiornati al 31 dicembre 2012. L’elaborazione è stata realizzata dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre su dati della presidenza del Consiglio dei Ministri.

Il settore che incide di più sui bilanci delle Pmi è quello del lavoro e della previdenza, che costa 9,9 miliardi di euro all’anno. Seguono la sicurezza sui luoghi di lavoro (4,6 mld), gli aspetti ambientali (3,4 miliardi), il costo amministrativo degli adempimenti fiscali (2,7 miliardi), la privacy (2,6 mld), la prevenzione incendi (1,4 mld), gli appalti (1,2 mld) e la tutela del paesaggio e dei beni culturali (600mila euro).

Rispetto agli anni precedenti – spiega il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi – i costi della burocrazia sono addirittura in crescita. Non perché sia aumentato il carico degli oneri amministrativi sulle imprese, ma perché è diventato più preciso e puntuale il sistema di rilevazione di questo fenomeno. In pratica sono state scoperte delle nuove ‘sacche di burocrazia’ che prima non erano conteggiate. Alla luce di ciò, non è da escludere che il costo complessivo pari 31 miliardi di euro sia sottodimensionato”. Inoltre, fa notare lo stesso Bortolussi, 31 miliardi corrispondono a 2 punti di Pil circa: “una cifra spaventosa”, dice il segretario, secondo il quale “nonostante gli sforzi e qualche buon risuItato ottenuto, i tempi rimangono troppo lunghi ed il numero degli adempimenti richiesti continua ad essere eccessivo”.

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