Manovra, la stretta sulle pensioni agita la maggioranza. Meloni: “Norma su riscatto laurea sarà corretta”

Manovra, la stretta sulle pensioni agita la maggioranza. Meloni: “Norma su riscatto laurea sarà corretta”
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, in audizione sulla manovra a novembre 2025 (foto LaPresse/Mauro Scrobogna)

La Lega punta a una modifica in extremis in Commissione Bilancio. Opposizioni e sindacati all’attacco

L’emendamento del governo alla manovra, che con una sfilza di modifiche prova a dare risposte agli scontenti della prima ora, si trasforma in un boomerang per la maggioranza. Esplode il malumore sulla stretta sulle pensioni, proprio quando bisogna tenere i fili e chiudere il testo. E dopo la levata di scudi la premier Giorgia Meloni annuncia la marcia indietro: “Nessuno che ha riscattato la laurea vedrà cambiata l’attuale situazione, qualsiasi modifica che dovesse intervenire varrà solo per il futuro. L’emendamento in questo senso dovrà essere corretto”. Nel centrodestra è soprattutto la Lega a tuonare contro la doppia stretta sulle pensioni anticipate, che nell’arco di qualche anno a partire dal 2031 amplia le finestre mobili e dà progressivamente minor peso al riscatto della laurea. Misure che vanno proprio nella direzione contraria alle battaglie politiche del partito. E sul banco degli imputati finiscono “i burocrati del Mef”.

“Siamo purtroppo di fronte all’ennesima ‘manina’ intervenuta sul testo della manovra”, tuona Armando Siri, firmando una nota in qualità di consigliere economico del segretario Matteo Salvini.

L’attacco di opposizioni e sindacati

Rivolgendosi alla premier dopo le sue comunicazioni in vista del Consiglio Europeo, la segretaria del Pd Elly Schlein alla Camera attacca: “Avete riscritto la manovra e con una sola mossa fate una stangata sulle pensioni che è un furto sia ai giovani che agli anziani ed è una vergogna”.

“Questo non è un riordino tecnico, è un taglio differito, scaricato sulle generazioni future, utile solo a dire a Bruxelles che ‘la spesa è sotto controllo’”, contesta il M5s con il capogruppo al Senato Stefano Patuanelli, che punge la Lega: “Esprime il ministro dell’Economia del Paese e nello stesso tempo accusa i ‘burocrati del Mef’. È come se il Governo parlasse contro se stesso“. Con l’allungamento delle finestre fino a sei mesi dal 2035, fa i conti la Cgil, e considerando che non è stato bloccato l’adeguamento alla speranza di vita, si porta di fatto l’accesso alla pensione anticipata a 44 anni e 2 mesi di contribuzione nel 2035 (considerando le finestre di pensione). Sommando la “svalutazione selettiva e progressiva” del riscatto della laurea fino a 30 mesi dal 2035, si potrà arrivare addirittura a 46 anni e 9 mesi di contribuzione prima di andare in pensione. È anche la Cisl a criticare le misure, chiedendo di ritirarle: “Da un primo esame del maxiemendamento si riscontra la volontà di allungare la permanenza al lavoro, andando oltre gli attuali criteri fissati dalla legge Fornero. Si tratta di misure pesanti e incomprensibili, perché penalizzano lavoratori e lavoratrici che hanno pagato con i propri sacrifici oneri importanti”.

La Lega punta a una modifica in extremis

La battaglia si sposta in commissione al Senato, dove la Lega punta quindi a ottenere una modifica in extremis, che mira a dire che se l’intervento serve come clausola di salvaguardia per l’equilibrio del sistema pensionistico, si possono trovare coperture alternative, puntando sempre sull’Irap per le banche. “Purtroppo qualcuno non ha capito che se vuoi mettere una clausola di salvaguardia lo devi dire, se no sembra un intento politico. È anche anticostituzionale, come fai a fregare dei soldi a persone che hanno riscattato la laurea? È stata molto goffa come idea”, sbotta il senatore Claudio Borghi, relatore della manovra, che annuncia a nome del Carroccio un subemendamento in commissione bilancio al Senato per una copertura alternativa, “che noi abbiamo individuato nell’Irap sulle banche”. “E se il Mef non dà il via libera – chiosa -, che venga qui a spiegare“. Una levata di scudi, quella della Lega, che presta il fianco agli attacchi delle opposizioni.

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