La Manovra 2026 ha ricevuto il via libera del Consiglio dei ministri. L’approvazione alla legge di Bilancio arriva dopo una riunione a Palazzo Chigi durata circa un’ora e venti. E’ stato trovato l’accordo sulle banche per la Manovra è stata trovata l’intesa nella maggioranza dopo le scintille tra Forza Italia e la Lega, con la prima contraria alla misura e la seconda invece favorevole.
Dopo la giornata di tensione, ormai passata, l’intesa sul contributo alla Manovra da richiedere alle banche è infatti arrivata con un vertice convocato ad hoc a Palazzo Chigi con tutti i leader di maggioranza Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani, Maurizio Lupi; in collegamento da Washington il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.
Quindi deciso: nessun tipo di prelievo forzoso, piuttosto il contributo delle banche – rispetto alle riserve degli extra-profitti – sarà volontario. Tra l’altro, questa modalità, riflette l’accordo degli anni scorsi.
Meloni: “Vale 18,7 miliardi, equilibrio e serietà”
“La Manovra vale 18,7 miliardi di euro, è più leggera delle precedenti e tiene conto anche nel quadro complessivo – spiega la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in conferenza stampa al termine del Cdm – il governo ha approvato una legge di Bilancio molto seria ed equilibrata, che va letta nel solco delle precedenti”.
Priorità a famiglia, salari, sanità
“Le quattro priorità della Manovra – dice Meloni – sono famiglia e natalità, riduzione delle tasse e sostegno ai salari, sostegno alle imprese, sanità“. La Manovra stanzia 1,9 miliardi sui salari e contro il lavoro povero – osserva Meloni – con questo stanziamento si prevede di tagliare dal 5 all’1% la tassazione sui premi di produttività elevando la soglia dei premi soggetti ad aliquota sostitutiva, detassando le componenti del salario dei turni notturni e festivi e di intervenire sul lavoro povero, stimolando i rinnovi contrattuali dei redditi fino a 28mila euro – soglia non coperta dal taglio Irpef – con un’aliquota del 5%. Poi Meloni annuncia: “aumentiamo da 40 a 60 euro il bonus per le mamme lavoratrici“. Meno tasse per il ceto medio: “Con il taglio dell’Irpef ci concentriamo sul ceto medio, tagliamo dal 35 al 33% l’aliquota fino a 50mila euro, è una misura che costa costa circa 2,8 miliardi“.
Giorgetti: “Redistribuzione fiscale”
“Credo che tutti abbiano capito che è stata fatta un’opera non di aumento della pressione fiscale ma di redistribuzione della pressione fiscale“, afferma Giorgetti facendo presente di “non vedere un tesoretto: io non ne ho mai parlato. Chiaramente il Parlamento può decidere di togliere alcune misure e redistribuirle. Il governo valuterà con attenzione tutte le proposte”.
Rottamazione, rate bimestrali e durata di 9 anni
“La rottamazione ha una durata di 9 anni e avrà rate bimestrali di pari importo – dichiara Giorgetti – è aperta a tutti quelli che hanno dichiarato ma non versato quindi non è un condono per chi ha evaso i contributi al fisco. Il Parlamento potrà nel 2026 se vorrà cambiare le cose ma dovrà vederlo. E’ previsto un meccanismo più punitivo rispetto ad altre edizioni, dopo due rate o una sola si tendeva ad abbandonare i piani pensando di aver salvaguardato la propria posizione. Abbiamo capito che c’erano cose da correggere”.
Risorse aggiuntive per la Difesa
Per finanziare le spese per la difesa – fa presente Meloni – “abbiamo detto che non avremmo distolto soldi da altre priorità che avevamo e intendiamo mantenere gli impegni. L’incremento dello 0,15% verrà coperto con risorse aggiuntive rispetto a questa legge di Bilancio“.
Completare dismissioni
“Abbiamo delle partecipazioni di cui dobbiamo completare la dismissione – continua Giorgetti – per quanto riguarda l’attivo pubblico immobiliare abbiamo una unità al Mef che sta studiando. Lo sforzo deve essere fatto soprattutto a livello di enti locali”.
Aumento di 20 euro per le pensioni minime
“Per quanto riguarda le pensioni minime abbiamo previsto un incremento di 20 euro mensili – dice Giorgetti – ricordate le polemiche rispetto ai 6 euro dell’anno scorso, per altro quello faceva riferimento all’indice di inflazione”.
Il peso del superbonus sui conti pubblici
“Il debito diminuirebbe se non ci fossero le rate del superbonus da pagare, se scomputa i 40 miliardi il sentiero del debito avrebbe già cominciato a diminuire dopodiché che il debito pubblico sia alto lo sappiamo tutti, stiamo cercando di diminuirlo – riflette Giorgetti – questo governo ha portato in avanzo primario il Paese, cioè non abbiamo portato un euro di debito pubblico in più”.
Tajani: “Lavoro condiviso”
“Per quanto riguarda la questione delle coperture, lo ha detto il presidente del Consiglio in maniera molto chiara – afferma Tajani – c’è stato un confronto con il mondo delle banche e non ci saranno tasse sugli extra profitti. Questo significa che c’è stato un lavoro condiviso, ci sono state delle scelte che ci hanno portato ad ottenere un buon risultato che va nella direzione della tutela degli interessi dei cittadini, quindi io mi considero soddisfatto, sia come vicepresidente del Consiglio sia come ministro ma anche come Forza Italia“.
Salvini: “Rottamazione ossigeno per 16 milioni di italiani”
“Sono molto contento di questa legge di Bilancio – dice Salvini – con la pace fiscale finalmente riusciamo a mettere in legge di Bilancio ossigeno e speranza. La rottamazione di tutte le cartelle esattoriali dell’Agenzia delle Entrate fino a tutto il 2023 riguarda una platea di 16 milioni di italiani, escludendo ovviamente coloro che non hanno mai fatto la dichiarazione dei redditi e includendo tutti coloro che per il Covid, per le guerre, per il costo dell’energia, un divorzio, un infortunio, per un problema di salute o per una mancato pagamento di un cliente o dello Stato anche non sono riusciti pur dichiarando a versare tutto. Nove anni di rate tutte uguali senza una maxi rata di ingresso, senza le sanzioni, si paga il capitale con gli interessi con una sorta di mutuo a lungo termine, 108 rate tutte uguali. Penso che da oggi molti italiani in difficoltà possano rivedere la luce e quindi qualcosa di assolutamente giusto, definitivo, c’era nel programma di centrodestra e è sempre stata una battaglia nostra. Ci sarà anche un contributo fiscale e tangibile per i genitori separati che hanno difficoltà con con la casa. Sono centinaia di migliaia di genitori, quindi donne e uomini”.
Burrasca passata tra Forza Italia e Lega
Il vicepremier e segretario leghista Salvini aveva parlato di “doverosi 5 miliardi che le banche metteranno con gioia a disposizione del Paese per aiutare famiglie e imprese in difficoltà” con un intento “non punitivo”. Ma il vicepremier Tajani aveva subito detto la sua: “Deve essere un contributo concordato e non imposto. La tassa sugli extraprofitti, è un concetto un po’ da Unione Sovietica. Io non credo che si debba intervenire con misure impositive, si deve invece avere un colloquio serrato”.
Tutto alle spalle a quanto pare, però. L’intesa politica si traduce in misura operativa grazie anche al placet di Giorgetti che, dagli Usa, sigilla il tutto con un “voi non credete ai miracoli. Io ci credo”.
Soddisfatta Forza Italia per aver tenuto il punto: “Nella Manovra non ci sarà alcuna tassa sugli extraprofitti come sempre chiesto da Forza Italia. Una decisione confermata dal Ministro Giorgetti e dal viceministro Leo durante il vertice di maggioranza”. La scelta sarà perciò volontaria, spiegano gli azzurri facendo presente che “per gli utili messi a riserva ci sarà la possibilità di distribuirli ai soci applicando una tassa del 27,5% invece di quella prevista fino ad oggi del 40%”. Tradotto più facile poter portare avanti eventuali “scelte volontarie senza alcuna imposizione agli istituti bancari e assicurativi, i quali contribuiranno in altra maniera a migliorare il sistema sanitario“.
Nel testo del Documento programmatico di bilancio – il Dpb inviato a Bruxelles che rappresenta il perimetro entro cui si muove la legge di Bilancio – risulta un contributo delle banche alla Manovra di 11 miliardi nei prossimi 3 anni, di cui oltre 4 miliardi l’anno nel 2026 e 2027.
Meloni ringrazia banche e assicurazioni
“Il grosso delle coperture arriva da tagli, alla spesa della presidenza del Consiglio, ai ministeri – osserva Meloni – c’è un importante contributo da istituti bancari e assicurativi, che voglio ringraziare. Ci sono state lunghe interlocuzioni, parliamo di portatori di interessi, ma tutti ci rendiamo conto delle priorità su cui l’Italia deve lavorare. Abbiamo trovato una disponibilità che non era scontata“.
Contributo sopportabile
“Riteniamo che l’impatto delle misure adottate nei confronti del sistema bancario, ma anche assicurativo, sia assolutamente sopportabile, sono misure in parte concordate e suggerite – rileva Giorgetti – faccio riferimento in particolare all’aumento di due punti dell’Irap, sono misure che accettano non certo di buonumore, a malincuore, ma sappiamo che chiunque venga tassato non è molto felice. Riteniamo che l’impatto complessivo sia accettabile perché abbiamo un sistema bancario solido e molto profittevole come il governatore di Bankitalia Panetta ha detto”.