La Manovra è in arrivo e Confindustria chiede di “sbloccare i depositi bancari improduttivi“. E’ la riflessione che emerge dall’analisi del Centro studi di viale dell’Astronomia nel rapporto di previsione-autunno 2025 dal titolo ‘Investimenti per muovere l’Italia’. Confindustria parla di “crescita anemica del Pil” per quest’anno e per il prossimo.
Muovere l’Italia
“La crescita anemica del Pil attesa quest’anno e il prossimo rende necessario muovere l’Italia – osserva Confindustria – intervenendo con le leve più efficaci a disposizione, anche sbloccando la ricchezza finanziaria dal parcheggio in depositi bancari improduttivi. All’impatto molto positivo del Pnrr, che è già all’opera ma che si concluderà nei primi mesi del prossimo anno, va affiancata una Manovra di bilancio che sapientemente prosegua sulla strada dello stimolo agli investimenti produttivi – mette in evidenza il Centro studi – gli investimenti sono necessari per rilanciare la crescita del Paese e gli incentivi possono funzionare efficacemente per stimolarli, anche nel Mezzogiorno, come si è visto negli ultimi anni”.
La stima del Pila a +0,5% quest’anno
Secondo il Centro studi di Confindustria la crescita in Italia resterà bassa nell’orizzonte di previsione “penalizzata dal difficile contesto globale ed europeo”. Nello scenario descritto si avrà “un incremento annuo del Pil pari ad appena il +0,5% nel 2025, inferiore di 0,1 punti a quanto previsto nello scenario di aprile”. La crescita italiana è attesa accelerare di poco nel 2026, a +0,7%, tornando sui ritmi del 2024.
La dinamica annua dell’economia è “frenata in particolare dalla battuta d’arresto nel secondo trimestre 2025, quando il Pil italiano è diminuito di 0,1%, a causa della caduta delle esportazioni. La debole dinamica del Pil, sia nella media del 2025 che nel 2026, sarà sostenuta prevalentemente dagli investimenti in minor misura dai consumi delle famiglie, mentre contribuiranno negativamente le esportazioni nette”.
L’impatto del Pnrr
“L’implementazione del Pnrr, che include investimenti pubblici, riforme, incentivi, avrà un impatto molto positivo sulla crescita del Pil nel biennio 2025 e 2026 – avverte Confindustria – le risorse programmate ammontano a circa 130 miliardi. L’effetto positivo del Pnrr sul Pil è stimato in un +0,8% nel 2025 e un +0,6% nel 2026, rispetto alla variazione nello scenario base (+1,4% cumulato nei due anni). Questo significa che la dinamica del Pil italiano in assenza di Pnrr sarebbe di -0,3% nel 2025 e di +0,1% nel 2026 (-0,2% nel biennio): non ci sarebbe crescita, ma una stagnazione”.
Debito pubblico continua a salire
Il deficit pubblico è in calo, sotto la soglia Ue del 3% del Pil nel 2026, ma debito pubblico che continua a salire. “La discesa del deficit sotto il 3% – rileva il Centro studi di Confindustria – crea le condizioni per l’uscita dalla procedura per disavanzo eccessivo. Il debito, però, continua a salire, a causa della spesa per interessi e degli ulteriori effetti contabili del superbonus”.
Orsini: “Puntare al 2% del Pil”
“Non ci accontentiamo dello 0,5-0,6%, dobbiamo puntare all’1,5-2% di crescita – afferma il presidente dei Confindustria Emanuele Orsini – uno dei temi principali del rapporto è l’incertezza. Come possiamo difenderci dall’incertezza? Dando delle certezze. Il Pnrr sta contribuendo alla crescita del Paese. Quindi cosa succederà dopo? E’ per questo che stiamo continuando a insistere su un Piano che abbia la visione di un Piano industriale di tre anni per questo Paese, per avere una continuità di misure”.