Unicredit ritira Ops su Bpm: “Incertezza golden power non giova a nessuno”

Unicredit ritira Ops su Bpm: “Incertezza golden power non giova a nessuno”
Milan’s landscape, Unicredit tower, Garibaldi area, Milan 17 January 2025 Italy. (Photo by Gian Mattia D’Alberto/Lapresse)

L’ad Andrea Orcel: “La mia responsabilità principale è di agire nel migliore interesse di Unicredit e dei nostri azionisti”

E’ un vero colpo di scena quello arrivato nel risiko italiano. Unicredit ha ritirato a sorpresa l’offerta pubblica di scambio su Banco Bpm lanciata otto mesi fa, nonostante la sospensione decisa dalla Consob per altri 30 giorni. Un ritiro dalla scalata a Piazza Meda, quello di Unicredit, che arriva dopo mesi di annunci, repliche, carte bollate, che hanno coinvolto finanza, politica, Ue, authority ai diversi livelli. Piazza Gae Aulenti e i suoi vertici hanno argomentato, in una nota diffusa dopo il cda, le ragioni della scelta.

Il comunicato di Unicredit: “Processo di offerta influenzato da clausola Golden Power”

“Il consiglio di amministrazione di Unicredit annuncia il ritiro dell’offerta per Banco Bpm, in quanto la condizione relativa all’autorizzazione golden power non è soddisfatta” è l’incipit del comunicato del gruppo guidato dal ceo Andrea Orcel. “Il processo di offerta è stato influenzato dalla clausola di Golden Power, insistentemente invocata dai vertici di Banco Bpm, che ha impedito a Unicredit di dialogare con gli azionisti di Banco Bpm nel modo in cui un normale processo di offerta avrebbe consentito”, è la dura valutazione di Unicredit.

Le parole di Orcel, sempre affidate al comunicato, diffuso alla vigilia della presentazione dei conti della banca alla comunità finanziaria, sono chiare. E chiamano in causa il golden power imposto dal governo Meloni all’operazione: “La continua incertezza sull’applicazione del decreto non giova a nessuno, per questo ci ritiriamo”, dice il banchiere. “Pur accogliendo con favore i significativi progressi compiuti con il Tar, l’Unione europea e il governo italiano – spiega la banca che voleva scalare Bpm – i tempi per una risoluzione definitiva della questione golden power vanno ben oltre la scadenza della nostra offerta e anche di quella della sospensione decisa oggi dalla Consob”.

“Pertanto, per fare chiarezza sulla situazione e tutelare gli interessi di Unicredit e dei nostri azionisti, abbiamo deciso di non rinunciare alla condizione del Golden Power, che non è stata soddisfatta, e di ritirare di conseguenza l’offerta. Si tratta di un’opportunità mancata non solo per gli stakeholder di Bpm, ma anche per le comunità imprenditoriali italiane e per l’economia in generale”, è il bilancio che Unicredit fa del percorso di una delle Ops che rimarranno nella storia della finanza italiana. La banca dice di rimanere “convinta che il consolidamento del settore bancario italiano porterebbe benefici sia al Paese che all’Europa nel suo complesso”.

Le parole del presidente Padoan

Anche il presidente Pietro-Carlo Padoan, ha commentato che “la combinazione tra Unicredit e Banco Bpm avrebbe apportato un enorme valore aggiunto per tutte le parti interessate. Il processo di offerta deviato e la continua incertezza hanno reso questa situazione insostenibile”. Orcel, a questo punto, ‘assicura’ “continueremo nella nostra strategia di trasformazione, con acquisizioni solo se accrescono valore”. Unicredit “rimane focalizzata nell’esecuzione della sua vincente strategia di trasformazione, che sta dando risultati tangibili ben al di sopra delle aspettative”. Bpm, che in questa lunga giornata non ha commentato, a quanto appreso, prima dell’annuncio choc di Unicredit stava valutando eventuali iniziative a sua tutela dopo la seconda proroga che aveva concesso la Consob. Uno scenario completamente ribaltato in pochissime ore. 

Picotti (Oss. Golden Power), proroga Ops inutile se non dannosa

Poco prima del comunicato di Piazza Gae Aulenti erano arrivate le parole dell’esperto di Golden Power, Luca Picotti, che si era espresso in termini molto critici sulla proroga dell’Ops. “Se già la prima sospensione dell’Ops di Unicredit aveva lasciato perplessi, ed infatti non è stato chiarito alcunché in quel mese, questa” nuova proroga “appare del tutto incomprensibile, irrituale, inutile se non dannosa. Si prolunga l’incertezza e basta – tenendo vincolato Banco Bpm a passivity rule – senza chiarire”, ha commentato il membro dell’Osservatorio Golden Power, e autore di ‘La legge del più forte’, interpellato sulla nuova proroga di 30 giorni per l’ operazione di Piazza Gae Aulenti su Piazza Meda decisa dalla Consob.Per Picotti in questa mossa non si tiene infatti conto di due aspetti “essenziali”. “La sentenza del Tar Lazio – fa notare Picotti – pur censurando due profili secondari, ha avallato il Golden Power governativo (in termini di normativa, presupposti, esercizio), specie per quanto concerne le preoccupazioni di sicurezza nazionale. E’ sufficiente infatti un decreto tale e quale a quello del 18 aprile, a partire dalle prescrizioni ambigue sulla Russia e Anima, che ripropone anche le altre due, semplicemente depurate del termine di cinque anni per il rapporto depositi/impieghi e dell’estensione anche a Unicredit dei vincoli di project finance”.

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