Chiude definitivamente i battenti lo stabilimento di Verbania della Barry Callebaut. L’azienda belga di cioccolato lo aveva annunciato la scorsa estate e nonostante i tavoli di lavoro con le parti sociali e le istituzioni, si sono trovati accordi per gli ammortizzatori sociali ma non una soluzione alternativa alla chiusura. Tra dipendenti e indotto si parla di circa 150 operai. Il complesso industriale era attivo da oltre 100 anni (prima sotto il gruppo Nestlè).
Al momento è attiva la cassa integrazione di un anno per gli ormai ex dipendenti di Barry Callebaut, mentre il tavolo Regionale resta attivo per trovare eventuali acquirenti per la reindustrializzazione del sito. L’azienda belga ha però posto molte condizioni iniziali definite “durissime” da chi le ha ricevute, che rendono complesso trovare un soggetto interessato. C’è stato prima un veto sui concorrenti diretti e poi sugli impianti, che l’azienda voleva integralmente smantellare. Sembra che nelle prossime settimane in particolare un acquirente, secondo quanto apprende LaPresse, potrebbe visitare il sito, ma la visita non è ancora confermata.
Il Pd: “Giornata triste, istituzioni hanno fatto solo passerella. Chiorino dov’è?”
“Oggi è un giorno triste per la nostra città. I cancelli dello stabilimento Barry Callebaut si chiudono definitivamente, nel silenzio assordante delle istituzioni che, al di là delle dichiarazioni di facciata, non sono state in grado di impedire la fine di una storia industriale lunga cento anni” scrive in una nota Riccardo Brezza, del Pd Vco ed ex assessore del Comune di Verbania.
“Una fabbrica che ha garantito per generazioni lavoro, dignità e prospettive a centinaia di famiglie verbanesi viene spenta per sempre. Le promesse e le passerelle dell’assessore regionale al lavoro Elena Chiorino, con al suo fianco il Sindaco di Verbania Giandomenico Albertella, si sono rivelate, purtroppo, per quello che erano: parole al vento. A pagare il prezzo di questa inerzia politica sono, ancora una volta, le lavoratrici e i lavoratori, abbandonati di fronte a un epilogo che poteva e doveva essere evitato” aggiunge.
“Come Partito Democratico, siamo stati fin dall’inizio accanto alle maestranze e alle organizzazioni sindacali in questa dura vertenza. E continueremo a esserlo anche ora, nella fase più difficile, quella del reinserimento lavorativo e della ricostruzione di un progetto di vita per chi ha perso il proprio impiego. Resta l’amarezza per una chiusura che non è soltanto economica, ma anche simbolica. Verbania perde un pezzo della sua identità produttiva. È una sconfitta che ci chiama tutti a una riflessione profonda sulla necessità di un modello di sviluppo più giusto, che non lasci indietro nessuno e sulla necessità di dotare questo territorio di un nuovo piano industriale e produttivo. Il nostro impegno non si fermerà qui”, conclude la nota.
Chiorino: “Non si parli a sproposito, stiamo lavorando”
“Su una vicenda così delicata come quella di Barry Callebaut, chi non conosce fino in fondo i fatti e il lavoro incessante di chi siede ai tavoli di crisi dovrebbe avere almeno il buonsenso di non parlare a sproposito. L’obiettivo è fare in modo che oggi non venga scritta la parola fine: la Regione Piemonte, come ribadito più volte, sta operando senza proclami, nel massimo rispetto dei lavoratori e in sinergia con tutte le istituzioni coinvolte, Comune e Provincia comprese. A differenza di chi tenta di sfruttare questa situazione per ritagliarsi un po’ di visibilità, noi continuiamo a lavorare in silenzio per dare risposte concrete”. Lo dichiara Elena Chiorino, vicepresidente e assessora al Lavoro della Regione Piemonte. “La Regione, insieme a tutte le istituzioni, è impegnata su due fronti: da un lato garantire politiche attive del lavoro, strumenti di formazione e ricollocamento per i lavoratori coinvolti; dall’altro favorire ogni sforzo utile a una possibile reindustrializzazione dell’area. È questo il nostro compito istituzionale: lavorare seriamente, lontano dalle passerelle mediatiche, con un unico obiettivo: tutelare famiglie e territorio” ha concluso Chiorino.
Le Rsu: “Barry Callebaut ha raggiunto obiettivo, dalle istituzioni solo silenzio”
“Purtroppo il fatidico 30 giugno è arrivato e colleghe e colleghi della Barry Callebaut si sono ritrovati per un’ultima assemblea. Restiamo con l’amaro in bocca, abbiamo continuato a produrre fino all’ultimo giorno e ci portiamo a casa solo tanto rammarico”. Così in una nota la Fai Cisl Piemonte Orientale a proposito della chiusura dello stabilimento di Verbania della Barry Callebaut, che chiude i battenti dopo un braccio di ferro tra sindacati e azienda durato mesi. “Alla fine l’obiettivo aziendale è stato raggiunto. Dalle istituzioni locali e regionali, dopo tante promesse, è arrivato solo silenzio. I saluti e gli ultimi abbracci sono strazianti. Abbiamo perso tutto, non abbiamo più parole” conclude il comunicato. Le Rsu hanno inoltrato alcune immagini che mostrano gli abbracci tra i dipendenti commossi e in lacrime per la chiusura.
Le manifestazioni dei lavoratori Barry Callebaut a febbraio
La mobilitazione dei lavoratori, con l’impegno dei sindacati e in particolare di Cisl e Cgil, si era intensificata a febbraio, quando c’è stato anche lo stop alla produzione in attesa di alcune risposte sull’assunzione di interinali.
Dopo un intenso confronto tra le rsu di stabilimento, le parti sindacali e quelle datoriali e in seguito al riscontro dell’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori della Barry Callebaut di Intra è stato raggiunto il 7 febbraio l’accordo sui licenziamenti collettivi dello stabilimento di Verbania della multinazionale del cioccolato. Lo comunicò in una nota la Fai Cisl Piemonte Orientale. L’intesa mirava a “garantire le migliori condizioni possibili” per i lavoratori, sosteneva il sindacato.