Per l’ex Ilva arriva l’accordo sulla cassa integrazione (Cigs). I sindacati adesso attendono il Tavolo a Palazzo Chigi l’11 marzo dedicato alla vendita della grande fabbrica di acciaio tarantina.
“Nell’incontro odierno al ministero del Lavoro – raccontano i sindacalisti Guglielmo Gambardella, segretario nazionale Uilm, e Davide Sperti, segretario Uilm Taranto – abbiamo raggiunto un accordo sulla proroga della Cigs per ulteriori 12 mesi che sostanzialmente mantiene i trattamenti di miglior favore per i lavoratori di Acciaierie d’Italia previsti nell’accordo di luglio 2024; risultato non scontato alla vigilia della vendita”.
“Attendiamo il previsto incontro dell’11 marzo alla presidenza del Consiglio per conoscere lo stato dell’arte della procedura di cessione dell’ex Ilva e per poter ribadire, al governo, il vincolo della salvaguardia di tutta l’attuale occupazione, dell’appalto e di quella di Ilva as”.
“Dopo quasi 13 anni di sofferenze ed incertezze per i lavoratori dell’ex Ilva e dopo la tragica esperienza di ArcelorMittal – dicono i sindacalisti – speriamo quanto prima di poter avere una svolta con un futuro investitore, credibile e seriamente intenzionato a rilanciare il più grande gruppo siderurgico italiano e dare una prospettiva industriale con un Piano compatibile con l’ambiente e con un ruolo sociale per il futuro di 20.000 lavoratori, diretti e indiretti dell’indotto, che non può prescindere dalla permanenza dello Stato in qualsivoglia assetto societario futuro”.
L’accordo sottoscritto prevede una riduzione del numero massimo di lavoratori in Cigs che non potrà essere superiore a 3.062 complessivi per tutto il gruppo, (dai 3.420 inizialmente dichiarati) evitando che i lavoratori vengano messi a zero ore, l’integrazione al 70% alla Cigs ed il riconoscimento di una tantum in welfare (1% del valore annuo della paga base a raggiungimento di 3 milioni di tonnellate di acciaio, 2% a 3,5 miloni, 3% a 4 milioni ) l’impegno a mantenere i tavoli di monitoraggio del Piano di ripartenza e investimenti su impianti”.