Lavoro, adesso è tempo di ‘Eet’: i giovani imprenditori battono la crisi

La nuova analisi del Censis Confcooperative, sono 144mila tra i 15 e i 29 anni innovativi e tecnologici

Adesso è tempo di ‘Eet’, i giovani imprenditori che riescono a battere la crisi. A questo piccolo esercito è dedicata la nuova analisi del Censis Confcooperative.

Innovazione e tecnologia

I giovani che inventano un lavoro e ce la fanno sono 144mila, compresi tra i 15 e i 29 anni; grazie all’auto-imprenditorialità, aprono attività in diversi settori, prevalentemente innovativi e tecnologici, battono la crisi, fanno impresa e creano lavoro. Sono gli ‘Eet’ (Employed educated and trained). Una lettera in meno e niente a che vedere con i ‘Neet’, cioè chi non studia, non cerca un lavoro, e non ha intenzione di farlo. Gli ‘Eet’ invece sono protagonisti dell’economia che cerca competenze e che esprime una crescente domanda di capitale umano altamente qualificato.

Il numero dei giovani occupati supera la soglia dei 3 milioni, di cui circa 1,8 milioni di uomini e 1,2 milioni di donne, vale a dire il 13,3% del totale degli occupati. Il valore complessivo raggiunge i 52,2 miliardi di euro, il 2,5% del Pil. Malgrado i progressi complessivi, il persistente gender gap nell’occupazione giovanile è tuttora evidente. Il divario tra i tassi di occupazione maschile e femminile, sebbene in lieve diminuzione, rimane significativo: nel 2023 si attesta a 10,4 punti percentuali (39,7% contro 29,3%). Di questi 144mila giovani imprenditori il 35,4% è presente nel Mezzogiorno, il 28,5% nel Nord Ovest, il 16,7% nel Centro, e infine il 19,4% nel Nord Est.

Nuova occupazione, puntare su stessi

Negli anni di crisi profonde e di stasi preoccupanti del mercato occupazionale è restata salda la vitalità tipica dei giovani che non hanno smesso di puntare su sé stessi. Per questo si iniziano a intravedere i contorni di un’occupazione di ‘nuovo conio’. L’evoluzione del mercato occupazionale giovanile italiano evidenzia una marcata tendenza verso un’economia delle competenze, con una crescente domanda di capitale umano altamente qualificato. Il significativo incremento del 3,1% nella quota di occupati con laurea e post-laurea, che ora costituisce il 23,5% del totale, rappresenta un chiaro indicatore di questa transizione. Tale evoluzione nel panorama occupazionale pone l’Italia di fronte alla sfida cruciale di allineare il sistema formativo alle esigenze di un’economia sempre più imperniata su competenze e sull’innovazione.