L'operazione consentirà di fatto al gruppo di trasferire parte del debito sulla futura società

Il titolo Tim cede l’1,84% a Piazza Affari chiudendo a 0,22 euro per azione dopo che la telco ha lanciato un’offerta di scambio su una serie di bond. Un’offerta in vista del closing della cessione della Rete al fondo americano Kkr, che riguarda obbligazioni con scadenze a partire dal 2026. Al lancio è stato fissato a 5 miliardi di euro l’ammontare di bond Tim che potranno essere scambiati. L’operazione consentirà di fatto al gruppo delle tlc di trasferire parte del debito sulla futura società della Netco. Viene poi esplicitata la data entro cui deve arrivare il closing in base agli accordi con Kkr: il 15 ottobre, ‘data di Longstop’, entro cui Optics Bidco (veicolo controllato da Kkr) dovrà farsi carico di rilevare le nuove obbligazioni che verranno emesse con lo scambio lanciato oggi dall’ex monopolista delle tlc. Se l’acquisizione non sarà perfezionata entro il 15 ottobre, le nuove obbligazioni rimarranno in circolazione come serie separate di obbligazioni rispetto alle originali. Il valore complessivo delle obbligazioni interessate dall’offerta è di 12 miliardi. Nella sostanza è debito che, al completamento della cessione della rete a Kkr, sarà trasferito alla nuova società. Di fatto, chi aderirà alla proposta diventa creditore della nuova società della rete, che sarà controllata dal veicolo Optics Bidco. Un’operazione chiamata ‘liability managent exercise’.

Le nuove obbligazioni avranno sostanzialmente i medesimi termini delle originali – spiega una nota di Tim- inclusi la scadenza, il tasso di interesse, le date di pagamento degli interessi e i restrictive covenants. Il colosso telefonico, in tutto questo, mira ad abbattere il debito da oltre 20 miliardi con gli oltre 18 miliardi (che possono salire fino a 22 miliardi) che incasserà con la vendita della Rete. E ciò che non sarà trasferito con lo scambio dei bond, sarà abbattuto con l’equity ricevuta. Per Tim ci sono fino a 4 miliardi di possibili upside all’operazione derivanti da earnout, cessione di Sparkle e della quota posseduta in Inwit. Inoltre, la Corte d’appello di Roma ha stabilitò la restituzione a Tim di 1 miliardo di canone concessorio del 1998, anche se il contenzioso non è finito.Nella strutturazione del ‘liability management exercise’ su alcuni bond emessi da Tim, è Mediobanca che ha agito, come previsto per tutto il percorso dello scorporo.

Piazzetta Cuccia è infatti financial advisor di Tim nella vendita di NetCo, approvata dal Cda a novembre scorso. E lo è in tutte le fasi della transazione. In particolare la Divisione Debito di Mediobanca ha supportato Tim nell’analisi della sostenibilità finanziaria dell’operazione, in cui la telco contribuirà la rete primaria in FiberCop (già proprietaria della rete secondaria in fibra ottica e rame). Allo stesso tempo, Optics BidCo acquisirà l’intera quota detenuta da Tim in FiberCop.Va ricordato che il closing è subordinato al completamento della contribuzione della rete primaria, all’autorizzazione antitrust, all’autorizzazione in materia di sovvenzioni estere distorsive e al Golden Power.Sul fronte governance di Tim, intanto, in avvicinamento alla assemblea dei soci del 23 aprile per il rinnovo del cda, non mancano nuove mosse fra i contendenti. Come l’esposto presentato ieri alla Consob dal fondo Bluebell contro la lista del CdA. Il mercato osserva con attenzione. “Non ci aspettiamo impatti dalla iniziativa di Bluebell”, dicono gli analisti di Equita, all’indomami dell’esposto. Equita ribadisce l’idea “che il completamento dell’operazione NetCo come negoziata con Kkr e condivisa con il governo, sia essenziale” e che “sia importante la continuità manageriale del gruppo”, per non mettere a rischio o ritardare l’esecuzione del piano di deleverage”.Intanto, l’azionista di Tim, Norges Bank, ha deciso di schierarsi con la lista del cda che ricandida a ceo Pietro Labriola. Voterà contro le altre, quella del fondo Merlyn e di Bluebell, e a favore della lista dei sindaci del socio principale Vivendi.

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