Il rapporto annuale dell'istituto previdenziale segnala che oltre 20mila lavoratori sono sotto la soglia della povertà

Cento euro in più in busta paga per i lavoratori dipendenti in seguito al taglio del cuneo fiscale. Sono le stime dell’Inps nel suo rapporto annuale, presentato il 13 settembre. In particolare, spiega l’istituto previdenziale, il taglio del cuneo contributivo che prevede dal luglio 2023 un esonero del 7% per i lavoratori con un imponibile pensionistico fino a 25 mila euro su base annua e del 6% per i lavoratori fino a 35 mila euro su base annua, porterà ad un beneficio medio di 98 euro in busta paga con circa il 57% dei lavoratori che vedrebbe importi superiori ai 100 euro mensili. Considerando, invece, solo i lavoratori full time e full month, l’ammontare dell’esonero arriverebbe a 123 euro.

Oltre 20mila sotto la soglia della povertà

L’Inps ha trattato nel suo rapporto anche il tema del lavoro povero, registrando che i lavoratori sotto la soglia della povertà in Italia sono più di 20mila. Di questi, 7,6 mila sono dipendenti a tempo indeterminato mentre il numero di quelli a tempo determinato sfiora i 13mila (12,7 mila), per un totale di “working poor a full time per ragioni salariali” pari a 20.300, cioè ‘lo 0,2% sul totale della platea dipendenti“, distribuiti “tra un numero rilevante di Contratti collettivi nazionali, inclusi quelli con le platee più vaste e firmati dalle organizzazioni sindacali maggiori”.

Incidenza part time al 18%: oltre 30% per donne

L’incidenza del part time in Italia sull’occupazione complessiva è attorno al 18% con un’evidente distanza di genere, rileva ancora l’Inps. Tra gli uomini, precisa, la quota di part time è circa l’8%, mentre supera il 30% tra le donne. Inoltre, rispetto ai dati amministrativi medi del 2022, il part time è stato pari al 7% tra i dipendenti pubblici a tempo indeterminato, al 26% tra i dipendenti privati a tempo indeterminato, al 45% tra i dipendenti privati a tempo determinato.

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