A scattare la fotografia di quest'estate italiana è l'Osservatorio Findomestic

Insieme alle temperature estive torna la voglia di partire, sulla quale però pesa l’effetto del caro vacanze. Quest’anno, rispetto al 2022, le prenotazioni sono aumentate, ma anche i prezzi, costringendo i viaggiatori a soggiorni più brevi, che non superano la soglia delle due settimane. A scattare la fotografia di quest’estate italiana è l’Osservatorio Findomestic, secondo cui la spesa media per una vacanza si aggira intorno ai 1.560 euro, con una forbice che va dai 1.250 per un single a 1.850 per una famiglia di 4 persone.

“Quasi 8 italiani su 10 continuano a percepire prezzi in crescita – spiega Gilles Zeitoun, amministratore delegato e direttore generale Findomestic – soprattutto per i generi alimentari, elettricità e gas. L’inflazione resta la prima preoccupazione, seguita da quella per il progressivo calo del potere d’acquisto e dal timore per gli effetti del cambiamento climatico (38%), anche a seguito dell’alluvione in Emilia-Romagna”.

Un contesto di generale timore che porta le famiglie a denunciare una situazione economica abbastanza (per il 34%) o molto (per il 9%) problematica, progettano così meno acquisti per il futuro.

Meno vacanze lunghe quindi, e soprattutto meno vacanze in alta stagione: i prezzi in questo periodo sono più competitivi e spingono le persone ad anticipare le ferie. Il ponte dei santi Pietro e Paolo ad esempio metterà in fuga ben 2 milioni di romani, per un saldo che dovrebbe attestarsi sui 700 milioni di euro, come segnala una recente indagine di Cna turismo e commercio. Si tratta di una festa patronale, che quindi riguarda soltanto la Capitale, ma alimenta comunque quello che Cna definisce “il buon momento del turismo italiano”, perché si incastra in un periodo di “autentico boom”, favorito proprio da prezzi più moderati rispetto ad agosto.

Secondo l’analisi, l’arco di tempo coperto dal ponte va dal 28 giugno al 2 luglio: la ‘truppa’ di vacanzieri infatti si metterà in movimento non appena chiusi uffici, fabbriche, laboratori, negozi, verso Lazio, Toscana, Umbria, Abruzzo, Campania, Marche, Molise, l’arco appenninico e l’arco alpino, cioè le mete nazionali preferite dai romani. La destinazione più ambita resta sempre il mare, ‘tallonato’ però da montagna e colline, sancendo il successo del ‘turismo verde’, con una forte crescita di pernottamenti, pranzi e cene negli agriturismi.

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