Per chi si muove con i mezzi pubblici c’è una buona notizia: a settembre arriva il bonus mobilità, che prevede uno sconto sugli abbonamenti mensili e annuali per i trasporti locali, regionali e interregionali fino a un massimo di 60 euro. C’è tempo per richiederlo fino al 31 dicembre, tramite una piattaforma dedicata che sarà attiva sempre a partire da settembre. Unico criterio di accesso: un reddito personale che non superi i 35mila euro. “Un sostegno concreto per studenti, lavoratori, pensionati”, lo ha definito il ministro Orlando e, ha rimarcato il ministro Giovannini, “pensato per sostenere le persone economicamente più fragili in un momento difficile come quello attuale” oltre che “per incentivare l’uso del trasporto pubblico locale. E’ un esempio di provvedimento che produrrà ricadute positive anche dal punto di vista della sostenibilità sociale e ambientale”.
In media, il costo di un abbonamento mensile si aggira intorno ai 35 euro, mentre gli annuali superano i 230 euro circa. A Napoli un ticket mensile costa infatti 35 euro, uno annuale 235, similmente a Roma, 35 euro al mese e 250 l’anno. Più care le città al Nord: a Milano un mensile costa 39 euro un annuale 330, a Torino 38 e 310, a Venezia 37 e 370. Quindi, ottenendo il massimo dello sconto, un cittadino di Roma per 12 mesi anziché 250 euro ne spenderà 190 e uno di Napoli 170. Ugualmente, a Milano un annuale potrebbe arrivare a costare 270 euro, a Venezia 310, a Torino 250. Ragionando sul costo degli annuali, in media si tratta di uno sconto del 20% circa.
Un taglio significativo, ancora lontano però dalle decise risoluzioni di altri paesi europei. In Spagna ad esempio il governo guidato da Pedro Sanchez ha stabilito che per tre mesi abbonamenti e biglietti dei treni saranno gratis, per contrastare l’aumento dei prezzi energetici e sostenere forme di trasporto più sostenibili. Sulla stessa linea d’onda la Germania che ha portato prezzi degli abbonamenti mensili per tutti i trasporti a 9 euro al mese per giugno, luglio e agosto 2022.
L’idea comunque non sembra aver convinto le associazioni: Assoutenti lo ritiene “uno spot elettorale”. Sul Tpl e sul trasporto ferroviario non servono “bonus a pioggia” ma interventi strutturali: “riduzione delle tariffe a carico degli utenti, miglioramento e potenziamento del servizio e deducibilità totale del costo degli abbonamenti, in modo da portare e benefici sul lungo termine e per una estesa platea di cittadini”. Inoltre, emerge un’altra criticità. La misura è “a rubinetto” – come spiegato dai tecnici del ministero del Lavoro – quindi si ferma una volta esaurito il plafond previsto (pari a 79 milioni). Il rischio, avverte Assountenti, è che quindi il bonus si trasformi “nel solito ‘click day’ all’italiana, dove solo i più veloci riusciranno ad accaparrarsi i 60 euro”. Ma sul punto Orlando e Giovannini sono stati chiari: l’obiettivo è di rendere il provvedimento – ad oggi sperimentale – strutturale. Dipenderà ovviamente da come la platea di utenti risponderà allo stimolo lanciato dalle istituzioni. Secondo i calcoli del Mims “il bonus mobilità coprirà un milione di abbonamenti”.