Manovra, Gualtieri: “Presto nuovi ristori”. L’Anci: “Risorse insufficienti”

Il ministro dell'Economia presenta la legge di Bilancio alle commissioni di Camera e Senato

Contenere il virus non solo per salvare vite, ma anche per ristabilire il normale funzionamento dell’economia, e per recuperare la fiducia. E’ questo l’approccio del governo nel presentare la manovra approdata in Parlamento, che vale circa 39 miliardi: 24,6 miliardi di maggior deficit, altri 14,5 con le risorse in arrivo dall’Europa. Il Governo punta ad ampliare gli strumenti per combattere il Covid-19, aiutare chi ha dovuto abbassare la saracinesca, e magari anche disegnare una società diversa, con più attenzione alla famiglia, in modo da “liberare le donne da una funzione di cura”.

La legge di Bilancio viene presentata, in audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, che anticipa interventi paralleli alla manovra: giovedì l’esecutivo chiederà formalmente al Parlamento un ulteriore scostamento di bilancio di 8 miliardi, funzionale a varare subito dopo il decreto ristori ‘quater’. In questo modo arriverà il rinvio di diverse scadenze fiscali. E gli aiuti, spiega Gualtieri, andranno non solo ai settori oggetto delle misure restrittive, ma a tutti coloro che avranno avuto perdite.

Oltre al ministro, le commissioni parlamentari ascoltano anche il commissario straordinario Domenico Arcuri: l’Italia, spiega, sinora ha speso 94 milioni per i primi vaccini che arriveranno l’anno prossimo. Questa, infatti, è “la quota che l’Ue ha chiesto all’Italia per acquisire i vaccini che sono stati sinora predisposti”. A collegarsi con senatori e deputati ci sono poi i rappresentanti di enti locali e delle categorie economiche. Pur con accenti diversi, tutti osservano che, nonostante l’imponente gli ormai 4 scostamenti di bilancio, la coperta appare sempre troppo coperta.

I Comuni, rappresentati dal presidente dell’Anci Antonio Decaro, esprimono sì apprezzamento per di 450 milioni previsti dal Governo, “ma è chiaro che l’entità delle risorse non appare sufficiente a fronteggiare la crisi”, dice il sindaco di Bari. Negozianti e baristi, spiega il primo cittadino, non dovrebbero pagare la tassa dei rifiuti per i mesi in cui – se si trovano in zona rossa o arancione – si sono visti costretti a chiudere.

I Comuni, poi, vorrebbero la garanzia per i loro debiti commerciali, chiedono la proroga di norme di flessibilità: la possibilità di poter utilizzare nuovamente gli avanzi di amministrazione, fare assunzioni in deroga. Andrebbero estese per il 2021 le esenzioni Tosap (Tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche) e Cosap (Canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche) già previste nel decreto Rilancio. Se così fosse, però, ci si troverà di fronte a minori entrate.

In Parlamento arrivano i ‘cahiers de doléances’ di Province, Regioni e, soprattutto, di Confcommercio e Cna. I rappresentanti degli esercenti, ad esempio, lamentano il meccanismo dei ristori in base ai codici Ateco: meglio sarebbe guardare al semplice calo di fatturato (e forse così sarà nel prossimo decreto ristori). Altri auditi, come Confartigianato, plaudono invece ai contratti a tempo determinato senza causale e al rinvio della Plastic Tax di sei mesi, sino al luglio dell’anno prossimo.