La decisione comunicata dall'azienda ai sindacati durante un incontro a Roma. Convocato lo sciopero
Lavoratori in stato di agitazione e sindacati sul piede di guerra dopo l'annuncio della Whirlpool di chiudere lo stabilimento di Napoli e catapultare nell'incertezza i 430 lavoratori del sito. La notizia è arrivata durante l'incontro a Roma tra l'azienda e Fiom, Fim, Uilm e Ugl Metalmeccanici, durato solo 10 minuti. Per correre ai ripari il Mise ha convocato un tavolo sulla crisi martedì prossimo alle 15.
Le parole dell'azienda e la reazione dei sindacati – "Whirlpool Emea – ha comunicato l'azienda in una nota – intende procedere con la riconversione del sito di Napoli e la cessione del ramo d'azienda a una società terza in grado di garantire la continuità industriale allo stabilimento e massimi livelli occupazionali, al fine di creare le condizioni per un futuro sostenibile del sito napoletano".
Immediata la reazione dei sindacati. "L'annuncio è arrivato senza nessun preavviso, di fatto una scelta unilaterale a cui abbiamo risposto immediatamente, dichiarando per l'intera giornata di oggi uno sciopero di 8 ore, su tutti i turni in tutti i siti del gruppo", scrive in una nota la segretaria nazionale Fim Cisl Alessandra Damiani. "Riteniamo la scelta da parte della Whirlpool di chiudere il sito partenopeo inaccettabile, c'è un piano industriale, siglato circa 6 mesi fa insieme al governo, che prevede investimenti e rilancio di tutti i siti, Napoli compreso. Su Teverola poi, l'azienda sta disattendendo gli impegni sulla reindustrializzazione del sito che procedono lentamente. Tutto questo è inaccettabile soprattutto a fronte dei risultati economici e di volumi che in questi anni il gruppo sta avendo"
"L'Ugl Metalmeccanici unitariamente alle altre sigle sindacali proclama lo stato di agitazione dei lavoratori di in tutti gli stabilimenti del Gruppo, Whirlpool ci ha comunicato di non voler investire più nello stabilimento di Napoli, del quale oggi pensavamo di discutere una situazione di criticità, di certo non una svendita", dichiara il segretario generale Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera.
"Whirlpool annuncia la chiusura dello stabilimento di Napoli: immediato lo sciopero in tutto il gruppo e su tutti i turni. La multinazionale rispetti il piano industriale firmato al Ministero. Noi non ci stiamo ai licenziamenti per delocalizzazione, dal momento che, tra l'altro, l'azienda usufruisce di tutto il sostegno possibile attraverso gli ammortizzatori sociali per la riorganizzazione dopo l'acquisizione di Indesit. Ora basta!", tuona Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil.
Di Maio – "La notizia della chiusura dello stabilimento Whirlpool di Napoli sarebbe già grave al solo pensiero che 420 lavoratori rischino di non avere più un posto di lavoro, ma diventa assurda se si pensa che, con questa scelta, i vertici aziendali decidano di stracciare un accordo che Whirlpool ha firmato lo scorso 25 ottobre al ministero dello Sviluppo Economico e col quale si impegnava a investire in Italia con un piano triennale da 250 milioni di euro", attacca su Facebook il ministro dello Sviluppo economico e del lavoro, Luigi Di Maio. "Solo dopo la firma di quell'accordo e l'impegno concreto della multinazionale, il ministero del Lavoro concesse gli ammortizzatori sociali a sostegno delle donne e degli uomini che lavoravano per la Whirlpool. Aiuti meritati, visto l'impegno da loro profuso e poiché vittime incolpevoli di fallimenti che nulla avevano a che fare con la loro attività", spiega.
"Con questo comportamento, però, i nuovi vertici di Whirlpool hanno mancato di rispetto a loro, ancor prima che al ministero dello Sviluppo economico e al governo stesso", rincara la dose Di Maio. "Pretendo che venga puntualmente fatta chiarezza su quanto accaduto nelle scorse ore al tavolo che ho già convocato per il prossimo 4 giugno – tuona -. Chiarezza che dovrà esser fatta prima di tutto per i 420 lavoratori e le loro famiglie, che sono e restano la priorità assoluta per il sottoscritto e tutto il Mise, che è pronto a rimettere in discussione l'intero piano industriale e a verificare l'utilizzo che è stato fatto degli ammortizzatori sociali fino ad oggi", conclude il vicepremier.