Il Mef: "Approccio sul debito prudente e responsabile". Fonti di palazzo Chigi dopo il caos sulla prima versione: "Verifiche giudiziali sulla fuga di notizie"
Inviata la risposta del governo alla lettera Ue sul debito. "In vista dell'approvazione del Documento Programmatico di Bilancio per il 2020 e alle luce delle più aggiornate previsioni macroeconomiche il Governo sta elaborando un programma complessivo di riforme della spesa corrente comprimibile e delle entrate, anche non tributarie", si legge nella missiva mandata a Bruxelles dal ministro dell'Economia Giovanni Tria. Per il 2018 "sebbene le condizioni macroeconomiche non abbiano consentito all'Italia di soddisfare gli sfidanti requisiti della Regola di riduzione del debito, ritengo che il governo abbia seguito un approccio prudente e responsabile". Inoltre si sottolinea "lo spirito di collaborazione che ha consentito di raggiungere l'accordo dello scorso dicembre".
In merito al aumento dell'Iva, "Ii Parlamento ha invitato il governo a evitare gli aumenti delle imposte indirette per il 2020, individuando misure alternative idonee a garantire il miglioramento strutturale". E sulla flat tax arriva lo stop all'ipotesi di farla in deficit: per il Parlamento bisogna "riformare l'imposta sul reddito delle persone fisiche nel rispetto degli obiettivi di riduzione del disavanzo nel periodo 2020-2022 definiti nel programma di stabilità".
"Tenuto conto del persistere di un elevato tasso di disoccupazione e di condizioni di quasi deflazione, l'introduzione di misure fiscali restrittive sarebbe stata controproducente", si legge ancora.
Il giallo della prima bozza – Resta però da capire cosa sia effettivamente successo nel pomeriggio, quando sono trapelate anticipazioni del testo – in particolare quelle sui tagli al reddito ci cittadinanza e quota 100 – poi bollate come prive di fondamento dal Mef. Sul giallo era intervenuto il ministero, smentendo "nel modo più categorico le notizie di stampa che anticiperebbero i contenuti della lettera che il ministro Tria si prepara a inviare alla Commissione europea". "Tali contenuti non corrispondono alla realtà. Come si potrà constatare quando si prenderà visione della lettera che sarà firmata dal ministro e inviata a Bruxelles", si legge in una nota.
Anche fonti di palazzo Chigi avevano fatto sapere che "la versione che è stata anticipata dagli organi di informazione non è quella" visionata dal presidente Conte, rimarcando "la gravità della diffusione di testi, peraltro in versioni non corrispondenti a quelle su cui il ministro Tria e il Presidente Conte stanno lavorando, trattandosi di questioni particolarmente delicate che incidono su interessi fondamentali dello Stato, e che coinvolgono la delicata interlocuzione con le Istituzioni europee e che possono avere ricadute negative sui mercati".
Dopo l'accaduto, Conte e Tria, secondo le stesse fonti, hanno concordato di sollecitare tutte le verifiche, anche giudiziali, affinché chi si è reso responsabile di tali fughe di notizie false sia chiamato alle conseguenti responsabilità.
A scatenare il caos è appunto il presunto piano di revisione della spesa con tagli al welfare. Ipotesi che fa andare su tutte le furie Di Maio, che su Facbeook attacca: "Non ho avuto ancora il piacere di leggere la lettera preparata dal ministro Tria all'Unione Europea, ma apprendo che prevede tagli alla spesa sociale, alla Sanità, a Quota 100, al Reddito di Cittadinanza. Ma stiamo scherzando?. Lo dico chiaramente: al governo Monti non si torna. Basta austerità, basta tagli, di altre politiche lacrime e sangue non se ne parla. Non esiste!". Il leader M5S chiedeva poi di "fare un vertice di maggioranza con la Lega insieme al presidente Conte e allo stesso Tria" prima dell'invio della lettera, che però non è masi stato convocato.