Il Direttorio può funzionare anche in assenza di uno dei vicedirettori. Altre strade per confermarlo sembrano di difficile praticabilità. Salvini: "L'oro è degli italiani e rimane lì. Ma indipendenza non può far rima con irresponsabilità"

Ripete Conte: "Ho già detto che stiamo approfondendo la questione". Ma la questione di Bankitalia, da oggi prende una piega diversa perché, tecnicamente, da oggi Federico Signorini non è più vicedirettore e, domani, non potrà prendere parte alla riunione settimanale del Direttorio. In sostanza, anche non decidendo, il governo può riuscire a estrometterlo e questo anche al di là delle dichiarazioni del ministro dell'Economia Giovanni Tria sulla necessità di tutelare l'indipendenza della massima autorità del settore bancario. Da questo punto di vista, Di Maio è stato chiaro, sull'indipendenza di Bankitalia non ha detto niente, sulla necessità di "una discontinuità" ha parlato molto e Salvini gli ha dato ragione nonostante che, in Consiglio dei Ministri, Giorgetti si fosse schierato a favore della riconferma di Signorini.

Una soluzione, per il governo, potrebbe essere quella di lasciare le cose così (con Signorini fuori) e arrivare a maggio quando scadrà l'altra vicedirettrice, Valeria Sannucci. La situazione potrebbe ripetersi con la differenza che il direttorio, oggi formato dal governatore Visco, dal direttore generale Rossi, dalla Sannucci e dall'altro vicedirettore Panetta, può funzionare con soli quattro membri (il voto del governatore vale doppio), ma non potrebbe andare avanti in tre.

L'altra ipotesi adombrata ma anche considerata di difficilissima (se non impossibile attuazione) riguarda il fatto che, a norma di statuto, la nomina di Signorini spetta al Consiglio Superiore di Bankitalia su proposta del Governatore. Fin qui nessun problema, ma la nomina deve essere ratificata con un decreto del Presidente della Repubblica "di concerto con il Ministro dell'Economia", sentito il Consiglio dei ministri. Si dice: Mattarella e Tria potrebbero "fare il concerto" e, se non arriva il parere del Consiglio dei ministri (che, finora, non si è espresso) procedere con il decreto di nomina. Come si diceva, però, sembra tutt'altro che facile procedere in questa direzione. Alla fine, forse, ha ragione Conte: il governo "approfondirà" ancora e, poi, prenderà una decisione.

Matteo Salvini – Sul tema Bankitalia, questa mattina, si è espresso un po' sibilllinamente anche Matteo Savini: "L'oro è di proprietà degli italiani, non di altri. Poi, per quel che mi riguarda, rimane lì – ha detto il vicepremier riferendosi al fatto che in Consiglio dei Ministri qualcuno avrebbe sollevato la questione di utilizzare le riserve auree italiane per risolvere la questione della clausola di salvaguardia e evitare, l'anno prossimo l'aumento dell'Iva – Abbiamo sempre trovato un accordo, lo troveremo anche in questo caso". Nel passato, ha aggiunto, sull'attività di Vigilanza, "evidentemente qualcosa non è andato per il verso giusto, qualcuno non ha vigilato e quindi qualcosa andrà cambiato", perché "indipendenza non può fare rima con irresponsabilità".

Poi Salvini ha aggiunto: "Le nomine non mi appassionano in maniera particolare, non personalizzo, non entro nel merito di chi è più bravo e chi è meno bravo – ha sottolineato Salvini -. Ci sono il premier e il ministro dell'Economia: mi affido alla loro competenza e alle loro scelte. Quello che è certo (e che mi hanno ribadito migliaia di risparmiatori incontrati sabato a Vicenza) è che se c'è un istituto che ha come ragione sociale quella di vigilare, che ha 7mila dipendenti che hanno come missione quella di vigilare, ed evidentemente non lo hanno fatto a sufficienza, visti i disastri, è chiaro che qualcosa va cambiato – ha aggiunto il ministro -. Non dico necessariamente qualcuno ma almeno qualcosa".

L'oro in Bankitalia – Partendo dalla questione (sollevata dalla Stampa) sull'eventualità che si pensi di utilizzare l'oro conservato nei forzieri di Banikitalia (e non solo lì) per ovviare al problema della clausola di salvaguardia e evitare l'aumento dell'Iva, si è posta la questione sull'appartenenza delle riserve auree: sono dello Stato e Bankitalia ne è solo custode? O appartengono a Bankitalia? La questione è controversa, tanto che ci sono mozioni in Parlamento (una di Fratelli d'Italia) che pongono il problema e chiedono di affermare l'appartenenza "agli italiani" (e, quindi, allo Stato) dell'oro della Patria. Per la cronaca, secondo alcune stime, le riserve auree italiane (tra le più cospicue del mondo) ammonterebbero a oltre 2.500 tonnellate (tra verghe e lingotti) per un valore al prezzo di oggi di circa 100 miliardi di euro.

Ue – Il presidente dell'Eurogrppo Mario Centeno ha espresso l'impegno di tutti i ministri delle Finanze europei per garantite "l'indipendenza delle Banche Centrali" per "la coerenza e l'integrità dell'Eurosistema e della Bce". "Per questo – ha spiegato – c'è la necessità che tutti i responsabili politici cooperino e coordinino la loro azione per rendere l'economia europea prospera: questa è la via maestra di discussione". Opinione condivisa anche dal vice presidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, che ha dichiarato:"È importante preservare l'indipendenza della Banca centrale e anche delle istituzioni e dei regolatori dei mercati finanziari. Prima di tutto, per quanto riguarda le Banche centrali e anche i supervisori dei mercati finanziari, l'indipendenza di queste istituzioni è una parte importante del sistema di pesi e contrappesi negli Stati membri, ed è anche una delle principali fondamenta su cui l'eurosistema è costruito, perciò è importante preservare l'indipendenza di queste istituzioni". "L'indipendenza delle banche centrali deve essere assolutamente difesa, – ha confermato il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici – questo principio è alla base della struttura dell'Unione Europea e rientra nel come funzionamento della democrazia stessa e non è mai stato in discussione".

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