Di Maio: “Carige portata sull’orlo del fallimento dalla vecchia politica”

Alla Camera, il vicepremier spiega la grave situazione dell'istituto ligure e snocciola i nomi dei politici che "se ne sono approfittati". "Una serie di operazioni temerarie" con prestiti mai rientrati a Messina, Preziosi e Caltagirone. "Se useremo soldi pubblici, diventerà una banca dei cittadini"

"I responsabili del disastro Carige dovranno pagare. Questa è l'ennesima banca portata sull'orlo del fallimento a causa di una gestione scellerata. Se useremo soldi pubblici per salvarla, questa banca sarà una banca dei cittadini". Luigi Di Maio risponde così a un'interpellanza del M5S sulla vicenda Carige. 

Di Maio ha cominciato a parlarne prima con un post pubblicato su Facebook: "Sono stato chiamato in Aula a rendere conto al Parlamento e ovviamente a tutti voi su quanto accaduto. Abbiamo i primi dati per capire cause e colpevoli. Su Banca Carige si sono fatte tante parole, troppe come al solito. Domani mattina io inizio con qualche fatto".

Poi, in aula a Montecitorio, il vicepremier ha detto: "I responsabili di questo disastro dovranno essere resi pubblici e pagare le conseguenze dei propri errori". E ha fatto alcuni nomi: "E' un segreto di Pulcinella" che "la vecchia politica e le banche siano andate a braccetto", anche nel caso Carige. Di Maio ha citato Alessandro Scajola, fratello dell'ex ministro Claudio Scajola, e Luca Bonsignore, figlio di un ex eurodeputato del Popolo delle libertà. Di Maio, sottolineando che "si passa da destra a sinistra", ha fatto anche i nomi di Giovanni Marongiu, sottosegretario alle Finanze nel governo Prodi I, e Alessandro Repetto, ex presidente della Provincia di Genova e parlamentare dell'Ulivo. "Banca Carige – ha aggiunto – è l'ennesima banca portata sull'orlo del fallimento a causa di una gestione scellerata, che non è stata causata solo dall'incompetenza dei manager ma anche, come vedremo, dalle commistioni con la politica". 

"Ad ora – ha detto Di Maio – non sappiamo se dovremo intervenire con fondi pubblici. Se useremo soldi pubblici per salvare Banca Carige la banca sarà dei cittadini 

 "Mi auguro che con la nuova commissione d'inchiesta sulle banche venga avviata una seria inchiesta sul caso Carige. Nei periodi in cui si sono create le maggiori sofferenze, giocavano a fare i banchieri: lo si capisce dalle operazioni temerarie", ha detto Di Maio. "Per un lungo periodo Carige ha assunto rischi molto alti su numerose operazioni discutibili, con perdite su crediti per diversi miliardi – ha aggiunto il vicepremier -. Tra questi troviamo: un debito di 450 milioni per i finanziamenti erogati al Gruppo Messina; 250 milioni concessi con estrema leggerezza (come ha sottolineato anche Bankitalia) al Parco degli Erzelli, una cittadella tecnologica fortemente voluta dalla politica ligure realizzata solo a metà sulla collina di Cornigliano; 35 milioni per un mutuo concesso al gruppo Acqua Marcia di Francesco Bellavista Caltagirone; 20 milioni al gruppo che fa capo a Beatrice Cozzi Parodi. Inoltre, "prestiti o fidi, in parte sanati ma che hanno provocato sofferenze alla banca, sono stati erogati ad alcune società riconducibili al dottor Enrico Preziosi e alla Prelios, società che faceva capo a Pirelli Re, del gruppo Pirelli", ha aggiunto Di Maio. "Oggi sono qui da ministro a leggervi questi nomi, ma ci sono cose che faremo per spezzare questo legame deleterio tra partiti e banche", ha concluso.