Confindustria all’attacco: “Conte si dimetta se i due vicepremier non cedono”

Gli industriali: "Siamo ai limiti della pazienza". Per Boccia "il premier convochi i due vice e chieda di tagliare 2 miliardi a testa da pensioni e reddito di cittadinanza. Altrimenti se ne vada"

La Confindustria è contro la manovra che non dovrebbe essere "espansiva" ma "anticiclica" e ritiene che sia finito "il tempo degli alibi". Ci va giù molto pesante, il presidente degli Industriali italiani, Vincenzo Boccia nel suo intervento alle Officine Grandi Motori di Torino nel suo intervento all'evento organizzato da dodici associazioni imprenditoriali a favore della Tav. E arriva a dire cosa farebbe al posto del premier Giuseppe Conte davanti a una manovra da 41 miliardi in cui basta spostarne 4 dai 18 per pensioni e reddito di cittadinanza per evitare la procedura di infrazione della Ue: "Fossi Conte convocherei i due vicepremier e direi loro di togliere 2 miliardi ciascuno. Se uno dei due non vuole arretrare, mi dimetterei e denuncerei all'opinione pubblica chi non vuole arretrare" 

Contrari alla manovra – Questa volta Confindustria prende decisamente posizione: "Noi siamo contro questa manovra, non ha nulla di crescita, non ha un impatto sull'economia real. Occorre un equilibrio tra le ragioni del consenso e quelle dello sviluppo".

Fine degli alibi – "La stagione degli alibi è finita oggi – ha detto Boccia – A Di Maio voglio promettere che se ci convoca tutti e 12 non lo contaminiamo – ha spiegato – a Salvini, visto che è leader di un partito che ha tanti voti al nord, consiglio di occuparsi e di preoccuparsi dello spread". Poi il consiglio di cui sopra a Conte.

Concentrata sul patto di governo – "Questa manovra è molto concentrata sui fini del contratto di governo e ha poco in termini di crescita, se poi aggiungiamo l'ansia dei cantieri Lione-Torino e il depontenziamento di alcuni strumenti, collegato al rallentamento dell'economia globale, al rallentamento della Germania e ai nostri dati, ci dovrebbero far comprendere che il Paese non ha bisogno di una manovra cosiddetta espansiva ma anticiclica". 

Ai limiti della pazienza – "Se siamo qui significa che siamo a un punto quasi limite di pazienza". Non le manda certo a dire il numero uno di Confindustria ."La politica è una cosa troppo importante per lasciarla solo ai politici. Noi stiamo facendo proposte di politica economica per evitare danni al Paese. Lo stiamo facendo con una logica di rispetto delle istituzioni, certo che se qualche ministro quando gli facciamo una proposta ci chiede una mail, ci costringe a fare operazioni come questa di Torino. Il problema evidentemente non siamo noi" ha aggiunto Boccia. "Se siamo qui significa che siamo a un punto quasi limite di pazienza, per mettere insieme 12 associazioni tra cui alcune concorrenti tra loro. Se siamo qui tra artigiani, commercianti, cooperative, industriali, qualcuno si dovrebbe chiedere perché".