La legge di Bilancio inizierà l'iter a Montecitorio il 21 novembre. Possibile una procedura d'infrazione da parte della Commissione europea
Con la firma del capo dello Stato la legge di Bilancio potrà approdare alle Camere. Si inizierà a discutere formalmente a Montecitorio, il 21 e 22 novembre in Commissione e il 29 e 30 in Aula. Il testo resterà quindi in Parlamento per diverse settimane che già si preannunciano di fuoco, non solo per i dissidi all'interno del governo, ma anche per una sempre più probabile procedura d'infrazione che verrà aperta dalla Commissione europea.
Il vicepremier M5S e ministro dello Sviluppo economico, Luigi di Maio, da Torino liquida la precedente legge di bilancio, fatta da Gentiloni, come una manovra da "poche centinaia di milioni di euro" mentre "quella nostra vale 30 miliardi di euro". "Stiamo cioè mettendo soldi nell'economia freschi che serviranno alle imprese alle famiglie e ai pensionati, per aumentare la domanda interna e far crescere l'economia", spiega Di Maio. "Sono contento di questa manovra – gli fa eco l'altro vicepremier, Matteo Salvini – l'anno prossimo, di questi tempi, vedrà l'Italia crescere".
Nella bozza visionata da LaPresse non risultano tagli alle pensioni d'oro, su cui il Movimento 5 Stelle si era molto speso nei giorni scorsi. E diversi cittadini romani sono andati a cercare nel testo – e non hanno trovato – fondi per rattoppare le buche della città di Roma. Certo, non è escluso che queste misure vengano introdotte con emendamenti, integrazioni o provvedimenti successivi. Non a caso, fonti del governo affermano che la norma sulle pensioni d'oro sarà messa in un secondo momento, tramite un emendamento in sede di Commissione. Sulla questione "c'è l'accordo" tra la Lega e il M5S, sottolineano le fonti, secondo cui la misura "escluderà le pensioni contributive, le pensioni sotto i 90mila euro e le casse complementari". Ancora misteriose, però, le entità dei tagli e le soglie alle quali si applicheranno.
SCHEDA. Banche, scuola e vitalizi: i principali provvedimenti
Le cifre circolate finora erano queste: 6% tra 90 e 120mila euro, 12% tra 120 e 160mila euro, 18% oltre i 160mila euro. La legge di Bilancio, come peraltro già anticipato, non contiene i dettagli delle misure bandiera volute da Lega e 5Stelle: rispettivamente riforma delle pensioni e reddito di cittadinanza. Queste verranno presentate con appositi provvedimenti separati.
Per l'avvio del reddito e della pensione di cittadinanza, secondo quanto spiega la relazione tecnica, sono comunque previsti maggiori oneri per la finanza pubblica, rispetto alla legislazione vigente, per circa 6,8 miliardi per il 2019, il 2020 e il 2021. Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, non esclude che i due provvedimenti potrebbero anche partire un po' più in là del previsto, ma non "per motivazioni di ordine contabile", come aveva detto qualcuno, ipotizzando una spesa posticipata nel tempo. "Semplicemente sono provvedimenti che devono essere fatti e devono essere fatti bene – dice Giorgetti -. Partiranno quando sarà tutto pronto per partire".