L'analisi del docente di Economia dei trasporti all'Università Bicocca di Milano e grande conoscitore del dossier
Il ruolo di Fs, i possibili partner stranieri e la restituzione del prestito ponte. Sulla pista di decollo della nuova Alitalia gli ostacoli sono tantissimi e il governo è al lavoro da mesi per sbrogliare una matassa delicatissima dal punto di vista economico. "I dati mostrano che Alitalia è in difficoltà, perde più di un milione al giorno e a fine anno perderà tra i 450 e 500 milioni. È venuta meno la sua strategicità e vive una crisi ventennale. Sì, c'è il rischio che Fs rimanga con il cerino in mano", spiega senza andare per il sottile Andrea Giuricin, docente di Economia dei trasporti all'Università Bicocca di Milano e grande conoscitore del dossier. Al momento Ferrovie dello Stato ha dato l'ok per la presentazione dell'offerta, ma serve subito l'appoggio di un altro soggetto o di altre società pubbliche che al momento latitano. Leonardo ed Eni si sono sfilate dalla partita e anche le Fondazioni hanno pigiato il freno su un possibile ruolo di Cassa Depositi e Prestiti.
Professore, si aspettava la mossa di Fs? Mi sembra che ci sia molta confusione, come se sia entrata senza troppo convinzione. E' stata tirata dentro perché non c'erano altre soluzioni. E' l'unico partner che ha i soldi per poterlo fare, si cercherà di tirare dentro qualcun altro. Di certo non c'era la necessità di questa operazione…
In che senso? Dal punto di vista dell'integrazione non c'è bisogno di un'asse commerciale treno-aereo. Trenitalia ha già fatto l'accordo con Emirates il primo agosto per il biglietto unico, non c'è bisogno di comprare. L'utile di Fs nel 2017 è stato di 424 milioni, di fatto questi soldi verranno tolti a Fs e mezzo miliardo in meno potrebbe andare a incidere sul servizio pendolari. L'unica soluzione che vedo è la creazione di una bad company con 3 miliardi di debito e di una good company.
Quali possono essere i partner a breve termine? E' difficile dirlo. Lufthansa ha detto chiaramente con lo Stato italiano non vuole a che farci, perché vuole solo un'azienda ristrutturata. Easyjet non ha intenzione di cambiare il business plan per fare il lungo raggio e Delta si troverebbe nella stessa situazione di Etihad, potendo avere solo il 49% senz averne il controllo, mi sembra difficile. Certo, con la bad company perderanno i contribuenti italiani e tutti gli storici fornitori. Alitalia rischia di trascinare a fondo la stessa Fs.
Come si risolverà il nodo del prestito ponte da restituire entro il 15 dicembre? A mio parere i 900 milioni che devono essere ridati saranno considerati aiuto di Stato, perché un prestito può durare massimo sei mesi, qui ne sono passati 18. Quando arriverà la decisione della Commissione Ue e della Vestager? Di solito i tempi non sono brevissimi, di certo non entro il 2018. Prima o poi arriverà il fatto che devono essere ridati indietro agli italiani e lì vedremo cosa si vorrà risolverlo. È rischioso trasformare in equity questo prestito ponte, potrebbero sorgere anche dei problemi di equilibrio politico tra Di Maio e Tria. Perché se il pallino politico è in mano a Di Maio è il Mef che controlla al 100% Fs, non possiamo dimenticarlo.