Un rialzo dell'1,2% nel 2018 e dell'1% nel 2019. Conte: "Faremo meglio". Monito del Fondo monetario internazionale: preservare la legge Fornero sulle pensioni

Il Fondo monetario internazionale la vede molto diversamente sulla crescita dell'Italia rispetto al governo. Nel nuovo World Economic Outlook l'Fmi stima un Pil italiano al +1,2% nel 2018 e appena al +1% nel 2019, quando invece la nota di aggiornamento del Def prevede un ottimistico +1,5%. Anzi, gli economisti dell'istituzione di Washington individuano un trend in rallentamento per l'Italia. Se le stime, infatti, sono invariate rispetto allo scorso luglio, mostrano al contrario un taglio di 0,3 punti percentuali per quest'anno e di 0,1 punti per il 2019 nel confronto con le stime dello scorso aprile. La revisione è dovuta al "deterioramento della domanda esterna e interna e all'incertezza sull'agenda del nuovo governo".

Il premier Giuseppe Conte risponde che la crescita "sarà sicuramente superiore" a quanto previsto dall'Fmi grazie agli investimenti. Tuttavia, l'economia è attesa dal Fondo in una fase di indebolimento globale anche per lo scontro commerciale tra Usa e Cina, circostanza che non favorisce l'export. "È imperativo che sia mantenuta la fiducia dei mercati nella politica fiscale", avverte il capo economista dell'Fmi, Maurice Obstfeld, rispondendo a una domanda sulla manovra di Roma. "È importante – aggiunge – che si agisca nel contesto delle regole europee".

Nel rapporto l'Fmi sostiene che in Italia "l'incertezza politica e delle politiche" potrebbe mettere in fuga gli investimenti privati e "indebolire" la crescita anche per l'impennata dello spread. Sul tema del differenziale Conte taglia corto: "Non ha senso adesso dire emergenza o non emergenza. Bisogna continuare a lavorare seriamente. Il governo può fare questo, il governo non governa i mercati. Può solo presentarsi con le carte in regola, con una manovra seria responsabile e comunicarla".

Inoltre, da Washington invitano a non toccare le riforma Fornero sulle pensioni e quelle sul lavoro, che "dovrebbero essere mantenute" – in particolare quella sulle pensioni per non mettere a rischio i conti – e accompagnate da nuove misure per "allineare i salari alla produttività" con la contrattazione decentrata.

La lista di avvertimenti a Roma non finisce qui. Infatti i paesi dell'eurozona con "spazi fiscali attualmente limitati", tra cui l'Italia, dovrebbero approfittare della crescita e delle politiche espansive della Bce per rafforzare i conti pubblici e allentare le tensioni sulle banche "cariche di titoli sovrani".

Conte ricorda che le stime dell'Fmi non incorporano ancora le proiezioni della nota di aggiornamento del Def, né il programma di investimenti che il governo intende lanciare. "Mercoledì pomeriggio a palazzo Chigi – spiega il premier – si riunirà la cabina di regia per gli investimenti. Sono state invitate le più grandi aziende partecipate del nostro paese e stiamo a valutare quale sarà un piano addizionale per gli investimenti. Lavoriamo seriamente per la crescita".

Nonostante il taglio alla crescita globale di 0,2 punti percentuali, al 3,7%, sia per il 2018 sia per il 2019, l'Italia non si avvantaggia delle altri principali economie e resta fanalino di coda del G7 ed europeo. "La crescita sarà sicuramente superiore", insiste Conte, a Firenze per un incontro con gli studenti della Scuola di Giurisprudenza.

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