Tim, Genish è il nuovo ad. Palazzo Chigi prepara sanzioni per caso Vivendi

È partito il procedimento per la mancata notifica del controllo sul gruppo da parte della società di Bolloré

Sarà un manager israeliano arrivato da Vivendi a guidare Tim proprio nel periodo in cui è partito il procedimento per la mancata notifica del controllo sul gruppo da parte di Vivendi. E' stata sicuramente una giornata particolare per la società telefonica, divisa tra il cda in corso d'Italia e la riunione a Palazzo Chigi del comitato sul golden power, già rinviato un paio di volte e fissato all'indomani del vertice franco-italiano su Stx-Fincantieri a Lione. Come previsto il nuovo capo azienda è Amos Genish, primo manager non italiano a guidare Tim e che avrebbe la piena stima di Vincent Bollorè. "Abbiamo una chiara visione di lungo termine: vogliamo riportare Tim ai fasti che le competono, contribuendo in maniera determinante alla digitalizzazione del Paese, alla creazione della Digital Italy, attraverso investimenti e persone", ha commentato entusiasta il presidente esecutivo Arnaud de Puyfontaine, che avrà comunque deleghe importanti sulle linee guida e sulla supervisione "dell'elaborazione e della realizzazione dei piani strategici, industriali e finanziari". E se il successore di Flavio Cattaneo ha annunciato l'obiettivo di trasformare Tim "in una vera Digital Telco con un futuro ambizioso da disegnare" al vicepresidente Giuseppe Recchi toccherà la gestione della security e del capitolo Telecom-Sparkle.

A stretto giro di posta della nota ufficiale per le nomine ecco però la decisione del Comitato, che doveva stabilire se attuare i poteri speciali su Tim e se notificare a Vivendi, azionista del gruppo italiano con il 23,9%, la tardiva comunicazione della direzione. risultato? Secondo il gruppo di coordinamento "è stata accertata la sussistenza degli obblighi di notifica, in capo a Vivendi, in merito alle operazioni di acquisizione di partecipazioni in Tim e la relativa violazione". Per questo motivo è stato avviato l'iter per la sanzione pecuniaria prevista dalle norme. Da fonti della compagnia telefonica trapela una posizione netta, incentrata sul fatto che "non sussisteva alcun obbligo di notifica, non avendo mai adottato alcuna delibera, atto o operazione che avesse per effetto una modifica della titolarità, del controllo o della disponibilità della rete di comunicazioni elettroniche oggetto delle norme di legge in materia di golden power, rete che è quindi rimasta sempre nella piena titolarità, controllo e disponibilità di Tim". Con un avviso: Tim è "certa di aver agito nel pieno rispetto delle norme continuerà a far valere le proprie argomentazioni".