Istat: nel 2016 in crescita il risparmio delle famiglie italiane

Nel 2016, le famiglie hanno aumentato la spesa per consumi (+1,3%) in misura inferiore rispetto alla crescita del reddito disponibile

Nel 2016, le famiglie hanno aumentato la spesa per consumi (+1,3%) in misura inferiore rispetto alla crescita del reddito disponibile (+1,6%). Di conseguenza, la propensione al risparmio delle famiglie sale all'8,6% (+0,2 punti percentuali). E' quanto emerge dai 'Conti nazionali per settore istituzionale per gli anni 2014-2016' diffusi dall'Istat. Il potere di acquisto delle famiglie registra nel 2016 lo stesso tasso di crescita del reddito nominale (+1,6%) in quanto il deflatore dei consumi privati risulta invariato.

I consumi finali delle famiglie hanno subito una significativa riduzione durante la crisi: nel 2016 il volume è risultato inferiore del 4,8% rispetto al 2007, mentre il flusso di investimenti ha segnato una contrazione decisamente più marcata, scendendo del 26,3% tra l'inizio del periodo e il 2016. Il saldo dei flussi di redistribuzione del reddito da parte delle Amministrazioni pubbliche ha, invece, generato una riduzione del drenaggio di risorse dalle famiglie, soprattutto dopo il 2012. Il saldo negativo fra prelievi fiscali e trasferimenti, che concorre a determinare il differenziale fra il reddito generato dall'attività produttiva e quello effettivamente disponibile per le famiglie, è sceso di 24,5 miliardi di euro rispetto all'ammontare del 2007.
 

Nel periodo della crisi, la dinamica dei consumi finali delle famiglie è stata caratterizzata da fasi distinte. Dopo il calo significativo del 2009 vi è stata una risalita e nel 2011 il volume dei consumi è risultato di poco inferiore a quello pre-crisi (-1,5% rispetto al 2007). In corrispondenza della seconda fase recessiva si è avuta, invece, una forte contrazione (nel 2013 il volume era del 7,7% al di sotto del livello di inizio periodo), solo parzialmente compensata dal lento recupero del 2014-2016. Da una parte si è registrato un incremento dell'auto-consumo (fitti imputati, servizi domestici, auto-produzione agricola, manutenzioni ordinarie) la cui incidenza è aumentata di 2,4 punti percentuali. Dall'altra, si è ridotta la spesa effettiva delle famiglie per l'acquisto di beni e servizi sul mercato, consumi netti, la cui quota è scesa di 3,4 punti percentuali. Il quadro è completato da un modesto aumento dell'incidenza delle imposte incorporate nel prezzo di acquisto.