L'indice FTSE Mib guadagna la maglia nera in Europa, con un crollo verticale del 2,21% a 18.693,65 punti
Seduta azionaria da dimenticare per Piazza Affari, in un contesto caratterizzato dall'assenza di indicazioni macroeconomiche di rilievo. Gli scambi sul listino milanese sono stati indirizzati per gran parte dall'avvio del maxi aumento di capitale da parte di UniCredit che ha comportato un sell off generalizzato all'interno del comparto bancario tricolore. L'indice FTSE Mib ha guadagnato la maglia nera in Europa, con un crollo verticale del 2,21% a 18.693,65 punti.
In questo quadro il titolo UniCredit ha chiuso la prima giornata di aumento in ribasso del -6,86% a 12,21 euro. L'aumento di capitale monstre da 13 miliardi di euro partito oggi è il più grande della storia per una società italiana, e sarà portato avanti fino al prossimo 10 marzo. Sorprende l'andamento delle azioni di risparmio del gruppo di Piazza Gae Aulenti, che ha fine seduta segnavano un prezzo di 48,98 euro, superiore del 17,96% rispetto alla chiusura di venerdì.
Ripercussioni sull'intero settore creditizio: Banco Bpm, -5,85% a 2,54 euro, Bper Banca, – 5,71% a 5,2 euro e UBI Banca, -5,47% a 3,04 euro fra i worst performer di Milano. Ma non solo i bancari, il segno meno ha praticamente dominato l'intera seduta del mercato azionario italiano, con le vendite che si sono abbattute anche su titoli industriali come Leonardo, -3,29% a 12,05 euro.
Unici segni positivi si annoverano per CNH Industrial, +3,12% a 8,9 euro, e Telecom Italia, +1,41% a 0,83 euro. Il gruppo Tlc italiano beneficia dei conti trimestrali pubblicati venerdì che hanno messo in luce risultati sopra le stime degli analisti. Il fatturato è tornato a crescere nel quarto trimestre 2016 dopo un trend negativo che perdurava da 18 mesi ed è stata invertita la dinamica crescente per l'indebitamento finanziario netto.
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