L'indice Ftse Mib ha ceduto l'1,22% a quota 16.269 punti

Giornata difficile per Piazza Affari, complici le minute della Federal Reserve che ieri sera hanno fatto emergere la propensione di diversi membri della banca centrale statunitense ad alzare i tassi d'interesse nel breve termine. In chiusura l'indice Ftse Mib ha ceduto l'1,22% a quota 16.269 punti. I verbali del Fomc hanno confermato che una maggioranza dei partecipanti è incline ad alzare i tassi relativamente presto. Deboli riscontri dalla congiuntura cinese con le esportazioni scese del 10% rispetto all'anno prima (consensus -3,3%), mentre le importazioni hanno segnato una contrazione dell'1,9% su base annua (consensus +0,6%).

Molto male le banche con ribassi cospicui per banco Popolare (-4,69%), Bpm (-4,61%), Ubi banca (-3,77%) e Unicredit (-3,64%). Quest'ultima ha concluso un'operazione di accelerated bookbuilding per la cessione del 20% della propria partecipazione in Fineco Bank. La cessione è stata effettuata presso investitori istituzionali al prezzo di 4,55 euro per azioni, pari ad un corrispettivo di circa 552 milioni di euro. L'operazione ha permesso all'istituto di Piazza Gae Aulenti di aumentare il CET1 ratio di oltre 12 punti base. Reazione positiva all'operazione per Finecobank (+5,58%) con diversi analisti che hanno rivisto al rialzo le loro raccomandazioni sul titolo.

Recupero sul finale per Mediaset (+0,15%) dopo essere arrivata a cedere oltre il 3%. E' di ieri sera la notizia di una richiesta depositata dalla società presso il Tribunale di Milano per ottenere il sequestro conservativo del 3,5% di Vivendi che i francesi avrebbero dovuto trasferire nell'ambito dell'acquisizione del 100% di Mediaset Premium. Richiesta notificata proprio ieri alle parti, con udienza fissata per il prossimo 8 novembre.

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