Istat stima Pil +0,1% nel primo trimestre, migliora occupazione

Le aspettative di inflazione indicano, però, un proseguimento della fase di debolezza

Il Pil italiano dovrebbe crescere dello 0,1% nel primo trimestre sui tre mesi precedenti, rimanendo comunque in una forbice di incremento possibile compresa tra -0,1% e +0,3%. Lo stima l'Istat nella Nota mensile sull'andamento dell'economia di febbraio, che parla di estensione della "attuale fase di moderata crescita". In questo scenario, sottolinea l'istituto statistico, la crescita acquisita per il 2016 è pari allo 0,4%.

CONSUMI PRIVATI. Secondo l'Istat, all'incremento del Pil contribuirebbero positivamente i consumi privati, a fronte di un apporto negativo della domanda estera netta e dei consumi pubblici mentre la dinamica degli investimenti al lordo delle scorte risulterebbe sostanzialmente piatta.

MIGLIORA L'OCCUPAZIONE. Gli ultimi dati sul mercato del lavoro italiano mostrano "un miglioramento dell'occupazione, soprattutto quella a tempo indeterminato, favorita anche dai provvedimenti di sostegno alle assunzioni". Lo scrive l'Istat nella Nota mensile sull'andamento dell'economia di febbraio. L'istituto statistico precisa che, a febbraio, le aspettative degli imprenditori sull'evoluzione dell'occupazione per i tre mesi successivi forniscono "indicazioni eterogenee" tra i settori. "Le attese continuano a peggiorare lievemente nel settore manifatturiero, migliorano nelle costruzioni e nel commercio e tornano a deteriorarsi nei servizi", spiega l'Istat.

INCREMENTO TEMPO INDETERMINATO. A gennaio, l'occupazione è tornata a crescere di 3 decimi di punto (+70 mila occupati), dopo il calo registrato a dicembre (-0,2%). L'incremento registrato si deve interamente ai dipendenti (+0,4%), in particolare a quelli a tempo indeterminato (+0,7%, pari a +99 mila individui), a fronte di un calo dei dipendenti a termine (-1,2%, -28 mila occupati) e ad una sostanziale stabilità degli indipendenti.

INFLAZIONE STABILE. Le aspettative di inflazione dei consumatori a febbraio "indicano un proseguimento della fase di debolezza, con un nuovo aumento di quanti si aspettano stabilità o riduzioni dei prezzi". È quanto scrive l'Istat nella Nota mensile sull'andamento dell'economia. "Per le imprese della manifattura – prosegue l'istituto statistico – la politica dei prezzi non segnala inversioni di tendenza; in particolare quella delle imprese produttrici di beni di consumo rimane improntata a un'estrema cautela".

A febbraio l'Italia è caduta in deflazione, dopo nove mesi consecutivi di crescita su base annua dei prezzi al consumo. I prezzi hanno segnato su base annua un -0,3%, sei decimi in meno rispetto a gennaio. Anche l'eurozona ha mostrato una dinamica negativa, con i prezzi a -0,2% su anno.

Per l'Italia, sottolinea l'istituto, "oltre che dalla componente energetica, un contributo alla caduta è stato fornito dalla significativa riduzione dei prezzi degli alimentari non lavorati". Al netto delle due voci più volatili, l'inflazione di fondo segnala una decisa decelerazione, scendendo allo 0,5% (da +0,8% in gennaio).

"Gli effetti indiretti del prolungato calo dei prezzi petroliferi si ripercuotono in un rallentamento della dinamica inflativa delle principali componenti: servizi e beni non alimentari esclusi gli energetici", afferma ancora l'Istat, aggiungendo che "per questi ultimi si tratta della prima decelerazione dalla fine del 2014".