Borsa chiude in calo. Ghizzoni: Confusi da banche centrali

Sale il rendimento del Btp decennale che sul secondario si è portato sopra l'1,75%, con lo spread Btp-Bund oltre quota 150 punti base

 Piazza Affari ha chiuso ancora in deciso ribasso con l'indice Ftse Mib che ha perso anche la soglia dei 16.000 punti scivolando sui minimi dal luglio del 2013. Non c'è pace per i titoli del comparto bancario con tonfi che sono spaziati dal 4% all'8%. Ha continuato a salire il rendimento del Btp decennale che sul secondario si è portato sopra l'1,75%, con lo spread Btp-Bund oltre quota 150 punti base. L'indice Ftse Mib ha chiuso con un tonfo del 3,21% a 15.913 punti.   Chiusura negativa per le principali Borse europee. L'indice Ftse 100 di Londra perde l'1% a 5.632,19 punti, il Dax di Francoforte lascia l'1,11% a 8.879,4 punti e il Cac 40 di Parigi mostra un calo dell'1,69% a 3.997,54 punti. A Madrid l'indice Ibex arretra del 2,39% a 7.927,6 punti.
 

 

A Milano è proseguito il sell-off sui titoli del comparto bancario: Banco Popolare ha ceduto l'8,63% a 6,355 euro, Popolare di Milano l'8,35% a 0,5485 euro, Intesa SanPaolo il 6,21% a 2,146 euro, Ubi Banca l'8,87% a 3,144 euro. In deciso ribasso anche Unicredit (-7,91% a 2,77 euro) che ha chiuso il 2015 con un utile netto di 1,7 miliardi di euro, pari ad oltre 2,2 miliardi escludendo componenti non ricorrenti per circa 540 milioni. Nel quarto trimestre l'utile netto è stato di 153 milioni, in calo del 10% sempre a causa dei costi di ristrutturazione legati al piano strategico. Battute le attese di mercato che erano per una perdita trimestrale di 77 milioni.

 

GHIZZONI: MERCATI CONFUSI DA BANCHE CENTRALI. "Il mercato è confuso dai segnali che arrivano dalle banche centrali, quella europea è chiara, meno altre come la Fed, in merito alle politiche monetarie nei prossimi mesi". Così Federico Ghizzoni, ad di Unicredit, nella conferenza stampa dopo la presentazione dei risultati 2015, in merito alle cause dei crolli dei mercati borsistici. "In momenti come questi ci si deve concrentrare su fondamentali, bisogna aspettare che passi. Non penso che siano complotti sull'Italia e su altri Paesi" commenta Ghizzoni. "Serve qualche segnale forte da parte delle banche centrali o dai Governi" per invertire la rotta. "Negli ultimi giorni le vendite – aggiunge relativamente all'Italia – non sono più legate solo alle sofferenze, perché il mercato ha capito che in Italia ci sono accantonamenti altrettanto alti. Pesa in realtà la situazione portoghese". L'enorme liquidità, "al momento è solo parcheggiata, tornerà in circolo quando si avvertirà che questa fase è finita" aggiunge. "Io in discussione? Non ho nemmeno avuto il tempo di pensarci" e dovendo gestire una banca, "si rischia di distrarsi" 

 

 

SETTORE OIL IN RIBASSO. Ancora in profondo rosso il settore oil: Eni ha mostrato un tonfo del 3,97% a 11,6 euro, aggiornando i minimi dal lontano settembre 2001, mentre Saipem è arretrata del 5,55%. Enel (-0,11%) ha limitato i danni sui risultati preliminari del 2015 archiviato con ricavi per 75,7 miliardi di euro e un Ebitda di 15,3 miliardi, in flessione del 3,2% rispetto ai 15,8 miliardi riportati nel 2014. I risultati sono tuttavia migliori rispetto alle attese degli analisti che si attendevano un fatturato di 73,6 miliardi di euro e un Ebitda di 15,1 miliardi.

Positiva Luxottica (+1,00%) con gli analisti di Jefferies che hanno alzato il giudizio sul titoli del gruppo di occhialeria a hold dal precedente underperform.