di Marco Valsecchi

Milano, 7 gen. (LaPresse) – “L’Italia riparte, riparte dal lavoro”. A lanciare lo slogan, attraverso un cinguettio su Twitter, è il presidente del consiglio Matteo Renzi, che per l’occasione accompagna la dichiarazione con un doppio hashtag: #jobsact, per richiamare l’attenzione sul fatto che se la disoccupazione continua a scendere significa che la riforma funziona, e l’ormai classico #lavoltabuona, già usato più volte per sottolineare le notizie che inducono alla fiducia per il futuro dell’Italia.

Quello che dicono i numeri, diffusi poco prima dall’Istat, è che a novembre il tasso di disoccupazione è sceso di 0,2 punti percentuali, toccando un 11,3% che rappresenta il minimo dal novembre del 2012. Un dato che si accompagna all’aumento degli occupati (+36 mila in un mese e +206 mila in un anno) e a una caduta della disoccupazione giovanile fino al 38,1%, con una diminuzione di 1,2 punti percentuali rispetto a ottobre.

Cifre che segnano un progresso per il mercato del lavoro italiano, ma che rimangono comunque sopra la media dell’Eurozona. A certificarlo, quanto rilevato sempre questa mattina da Eurostat: nell’area euro, l’ufficio statistico segnalava un tasso di disoccupazione per novembre pari al 10,5%, con la disoccupazione giovanile al 22,5%. In questo contesto complessivo, i commenti di giornata si sono quindi divisi tra chi sottolineava il miglioramento in atto e chi rimarcava la necessità di fare di più per ridurre il divario. Tra i più ottimisti, il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, per cui “nonostante un quadro internazionale difficile, questi numeri rappresentano segnali di speranza e di fiducia per il 2016”.

Ma anche Debora Serracchiani, vicesegretario nazionale del Pd, che su Twitter si accoda all’hashtag #lavoltabuona dichiarando “Il lavoro è la nostra priorità, i dati confermano l’efficacia delle riforme”. Un punto sul quale sembra dissentire nettamente Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, che incontrando i giornalisti a Montecitorio ha rispolverato il modo di dire romano “si consolano con l’aglietto”, parlando di “numeri limitati di miglioramento” a fronte di “fortissimi incentivi di decontribuzione”.

Sul fronte sindacale, il segretario confederale della Cisl, Gigi Petteni, parla di un tasso di disoccupazione “ancora troppo elevato, soprattutto tra i giovani, le donne e nelle regioni del Mezzogiorno”, pur leggendo nei dati Istat “l’ennesimo segnale di ripresa del lavoro in Italia”. Mentre il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, coglie l’occasione per segnalare che “rinnovare il contratto dei metalmeccanici può rappresentare un ottimo investimento”, nell’ottica di “dare vigore effettivo alla crescita occupazionale”.

Confcommercio, dal canto suo, guarda già avanti: “Questi segnali di ripresa dovrebbero registrare un rafforzamento nei prossimi mesi, in un contesto nel quale permangono favorevoli le condizioni sui mercati delle materie prime energetiche, dei cambi e dei tassi d’interesse”, auspica l’associazione in una nota. Le prospettive per i prossimi mesi, al netto del dibattito politico, parrebbero in effetti confortanti. La stima fornita a metà pomeriggio da Paolo Mameli, senior economist di Impresa Sanpaolo, è quella data da un trend in via di proseguimento, che potrebbe vedere il tasso dei senza-lavoro scendere nella media del 2016 sotto l’11%. Se questa ipotesi si verificasse, sarebbe la prima volta dal 2012.

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