La Cina ha accelerato il deprezzamento dello yuan, facendo nascere negli investitori la paura che si potesse innescare una catena di svalutazioni competitive da parte dei suoi partner commerciali: il risultato è stato un crollo delle borse e delle valute di tutta la regione. Sulle piazza cinesi, gli scambi sono stati sospesi a meno di mezz'ora dall'apertura delle contrattazioni, con l'attivazione – per la seconda volta questa settimana – del meccanismo di 'circuit breaking', entrato in funzione a Shanghai dopo un ribasso del 7%. A sorprendere i mercati è stata la decisione della People's Bank of China di ritoccare al ribasso di uno 0,5% il rapporto tra yuan e dollaro, segnando la più grossa svalutazione giornaliera dallo scorso agosto, quando uno yuan più leggero del 2% scosse a sua volta i mercati.
La stessa banca centrale ha ripetuto che non ci sono le basi per una svalutazione continua della valuta, ma l'arretramento dello yuan anche rispetto allo yen (3,5%) e all'euro (0,8%) ha sollevato comunque il timore che la Cina potesse puntare a una svalutazione competitiva per aiutare i suoi esportatori in difficoltà.
Fonte Reuters – Traduzione LaPresse