di Marco Valsecchi

Milano, 4 gen (LaPressE) – Uno scatto lento dalla griglia, dove si era partiti dal prezzo di 43 euro ad azione, con il -2,07% toccato un’ora dopo il suono della campanella e uno stop per eccesso di ribasso. Quindi un recupero in zona positiva nel primo pomeriggio (+0,14%, mentre Fca scontava un più pesante -2,02%) e infine una chiusura a 43,67 euro per azione. In un contesto – va detto – che è stato di difficoltà e sofferenza per tutti i principali listini europei. A livello prettamente finanziario, la prima giornata di corse di Ferrari sul circuito del Ftse Mib, dove la casa di Maranello compare non a caso con la sigla ‘Race’, può essere riassunta così. Sempre tenendo a mente il monito che questa mattina il presidente Sergio Marchionne lanciava dal tavolo della conferenza stampa a Palazzo Mezzanotte: “La chiusura del mercato di oggi non è indice di niente”. Per avere indicazioni in questo senso, ha spiegato il manager, bisognerà quantomeno attendere che si calmino “le interferenze” e i movimenti speculativi: secondo i suoi auspici, dovrebbero affievolirsi nel giro di due settimane. Nel frattempo, meglio allora concentrarsi su altro.

Magari sulle aspettative per una politica di dividendi che vedrà “payout piuttosto elevato”, considerata la storica capacità del marchio di mantenere buoni livelli di liquidità. O sull’emissione di un bond Ferrari entro il primo semestre dell’anno, confermata dallo stesso presidente. O, ancora, su come gli investitori leggeranno la presenza della Rossa in Borsa. In questo senso, Marchionne ha sottolineato come Ferrari – il cui flottante è ora vicino al 67% – sia ben lontana dal modello dell’automotive: “E’ un altro tipo di business e verrà trattato così dai mercati”. Che il campo sia decisamente più quello del lusso, lo ha confermato anche Raffaele Jerusalmi, amministratore delegato di Borsa Italiana, spiegando di vedere in Ferrari il nuovo “biglietto da visita” di Piazza Affari nel mondo. Concetto espresso in modo più che visibile questa mattina da un Palazzo Mezzanotte agghindato con i colori della casa di Maranello, con una quindicina dei veicoli più celebri della scuderia schierati in bella vista a salutare l’arrivo degli ospiti.

Presente, come annunciato, il premier Matteo Renzi, che ha parlato di “un bellissimo messaggio per il Paese”. Oltre agli azionisti di riferimento: John Elkann, in rappresentanza del socio di maggioranza Exor, e Piero Ferrari, figlio del fondatore Enzo e possessore del 10% del capitale. I due hanno firmato nei giorni scorsi un patto parasociale, che Ferrari ha accostato alla storica stretta di mano tra Gianni Agnelli e il Drake (datata 1969), dicendosi certo che consentirà di “mantenere la stabilità” all’interno del cavallino. Elkann, dal canto suo, ha rimarcato il completamento della separazione tra Ferrari e Fca sottolineando come quest’ultima vada ora ad assumere “un perimetro molto più chiaro e focalizzato”.

Tema, come prevedibile, affrontato anche da Marchionne in conferenza stampa, in veste di amministratore delegato di Fiat Chrysler Automobiles. Con una presa di posizione molto chiara, che vede nel conseguimento degli obiettivi finanziari al 2018 la priorità. Anche perché, presentando carte in regola su quel versante, Fca potrebbe “avere una discussione completamente diversa con gli altri”, in vista di un futuro consolidamento che preveda il convolgimento di partner. Il manager ha comunque spiegato che di questo si parlerà ancora a lungo, dal momento che il problema delle alleanze difficilmente si risolverà nel corso dell’anno.

Per il momento, insomma, tutto quello che si può fare è lasciar lavorare in prospettiva la Fca ‘post-separazione’ (che oggi ha chiuso in ribasso a 8,15 euro ad azione dopo aver aperto a 8,48) e intanto salutare quello che per Ferrari – come scritto dallo stesso Marchionne sul libro della cerimonia di Piazza Affari – è “un nuovo traguardo e una nuova partenza”. In attesa, ovvio, dei traguardi e delle partenze che da marzo attenderanno il Cavallino in pista.

Anche da questo punto di vista, Marchionne non ha titubato: l’attesa è quella di un 2016 di successo. Non solo per i tifosi, a questo punto, ma anche per gli investitori.

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