Milano, 15 dic. (LaPresse/Finanza.com) – Piazza Affari ha centrato il rimbalzo interrompendo la fase correttiva che durava da alcune sedute. L’indice Ftse Mib si è così riportato di slancio sopra la soglia dei 21.000 punti. Gli acquisti hanno premiato tutti i settori, in particolare il comparto bancario. I mercati sembrano pronti per le decisioni della Federal Reserve: domani sera la Banca centrale Usa dovrebbe annunciare il rialzo dei tassi d’interessi, il primo da lontano 2006. I listini azionari hanno sfruttato anche il rimbalzo delle quotazioni del petrolio, che da diverse sedute era affossato dale vendite. Questa mattina l’indice tedesco Zew di dicembre si è attestato a 16,1 punti contro i 10,4 punti del mese di novembre. Il dato è superiore alle attese del mercato che pronosticava 15 punti. In questo quadro a Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha chiuso con un balzo del 3,74% a 21.272 punti.
Rimbalzo deciso dei titoli del comparto bancario, premiati oggi da una valanga di acquisti: Banco Popolare ha guadagnato il 6,36% a 12,36 euro, Montepaschi il 6,32% a 1,227 euro, Popolare dell’Emilia Romagna il 6,40% a 6,895 euro, Popolare di Milano il 5,81% a 0,891 euro, Intesa SanPaolo il 4,32% a 3,09 euro, Unicredit il 4,94% a 5,155 euro.
Fca (+4,30% a 12,36 euro) ha festeggiato la crescita a doppia cifra delle vendite di auto in Europa. Il gruppo, per l’undicesimo mese consecutivo, ha messo a segno numeri migliori del mercato con quasi 68.500 immatricolazioni in novembre, il 18,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La quota è così cresciuta di 0,3 punti percentuali, attestandosi al 6,1 per cento. Nei primi undici mesi del 2015 le immatricolazioni di Fca sono state oltre 807 mila, il 13,4 per cento in più nel confronto con l’anno scorso. Complessivamente le immatricolazioni di novembre nel Vecchio Continente sono aumentate del 13,7% a 1.124.964 autovetture.
Il rimbalzo del petrolio, con il Wti che si è riportato in area 37 dollari al barile, ha favorito la risalita dei titoli quotati a Piazza Affari maggiormente sensibili alle oscillazioni del greggio come Eni (+4% a 13,77 euro) e Saipem (+3,54% a 7,585 euro).
Sotto i riflettori Telecom Italia (+5,60% a 1,149 euro) nel giorno dell’assemblea che ha bocciato la conversione delle azioni risparmio. Esito abbastanza prevedibile dopo che lo scorso venerdì Vivendi, primo azionista di Telecom con una quota del 20%, aveva fatto sapere di astenersi riguardo alla conversione. In totale si è astenuto il 36% del capitale presente in assemblea. L’assemblea si è poi espressa a favore dell’ingresso di 4 rappresentanti di Vivendi in cda a pochi secondi dalla chiusura delle contrattazioni di Piazza Affari.
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