Roma, 9 dic. (LaPresse) – Il valore aggiunto realizzato dalle imprese industriali e dei servizi diminuisce nel 2013 per il secondo anno consecutivo, con un calo dell’1,7% rispetto al 2012. Lo rivela un’indagine dell’Istat. Il numero di addetti si riduce dell’1,8% e, per l’effetto differenziale delle due dinamiche, la produttività nominale del lavoro registra un lieve aumento (+0,1%). La spesa per investimenti fissi lordi scende per il terzo anno consecutivo (-13,5% sul 2012).
Le imprese attive nell’industria e nei servizi di mercato sono 4,3 milioni e occupano 15,8 milioni di addetti (10,9 milioni sono dipendenti). La dimensione media delle imprese è di 3,7 addetti. Le imprese italiane realizzano un valore aggiunto di circa 678 miliardi di euro. Il valore aggiunto per addetto ammonta a 42.800 euro, il costo del lavoro per dipendente a 34.900 euro, la retribuzione lorda per dipendente a 25.100 euro mentre la quota dei profitti lordi sul valore aggiunto risulta pari al 25,4%.
Il settore dei servizi di mercato – con il 77,2% di imprese, il 65,4% di addetti e il 57,2% di valore aggiunto – si conferma il più importante settore economico in termini quantitativi. L’industria in senso stretto rappresenta il 10,0% delle imprese, il 25,5% degli addetti e il 35,6% del valore aggiunto. Nelle costruzioni si concentrano il 12,8% delle imprese, il 9,1% degli addetti e il 7,2% del valore aggiunto.
Nel settore manifatturiero, le imprese esportatrici realizzano l’81,7% del valore aggiunto e registrano livelli di produttività nominale del lavoro (circa 65.000 euro), retribuzioni per dipendente (circa 31.800 euro) e margini di profitto lordo (31,8%) superiori a quelli medi manifatturieri (rispettivamente 53.200, 28.800 euro e 27,5%). Le unità che esportano oltre la metà del fatturato realizzano un terzo del valore aggiunto manifatturiero e poco meno di due terzi dell’export.
La propensione all’esportazione del settore manifatturiero nel suo complesso (misurata dal rapporto tra fatturato all’export e fatturato totale) è pari al 35,8%. Le imprese manifatturiere che appartengono a gruppi d’impresa rappresentano meno del 10% del settore, impiegano quasi la metà degli addetti e realizzano più del 60% del valore aggiunto settoriale. Le imprese localizzate nelle regioni nord-occidentali e nord-orientali contribuiscono per il 62,8% al valore aggiunto del Paese (rispettivamente 37,8% e 25,0%). La quota di valore aggiunto realizzata è pari al 20,6% nel Centro, al 16,6% nel Mezzogiorno.